“RIORDINO DELLE CARRIERE”: CHI HA AVUTO CONTINUA AD AVERE E CHI HA DATO CONTINUA A DARE
Il riordino delle carriere è terminato; l’ultima bozza ufficiale approvata dallo S.M. del Comando Generale dell’Arma, checché se ne dica, non è corrispondente alle proposte formulate dalla rappresentanza. Infatti, sembrerebbe che il citato documento sia il risultato di continue limature e tagli, che oggi si concretizzano in una diffusa crescente delusione.
Per intenderci, un riordino progettato dalla Rappresentanza Militare per valorizzare adeguatamente tutte le posizioni della scala gerarchica, distribuire equamente i parametri in relazione alla categoria ed all’anzianità maturata, aprire la carriera ai più giovani i quali dovranno anche fare i conti con una prospettiva pensionistica poco dignitosa, nonché sanare l’assurda posizione dei quasi 5000 Marescialli capi intrappolati in una gabbia (molti dei quali, nonostante l’assenza di demeriti e con note caratteristiche eccellenti, permangono nel grado dai 12 a quasi 20 anni), non è minimamente somigliante a quello che effettivamente è andato in porto – questo è il pensiero che migliaia di Carabinieri e Marescialli hanno rappresentato energicamente ai delegati militari Carmine CAFORIO e Giuseppe LA FORTUNA, i quali non possono che associarsi alla loro profonda e diffusa delusione –. Infatti, gli assurdi danni causati dalla scriteriata riforma del 1995 sono da attribuire esclusivamente ad una Amministrazione superficiale, per lunghi anni dimostratasi assente nella negoziazione delle problematiche connesse con le progressioni di carriera e gli aspetti retributivi di tutto il personale.
In realtà, il comparto sicurezza probabilmente continua ad essere considerato dai nostri Governati un salvadanaio da dove poter attingere puntualmente risorse da distrarre in altri settori, come dimostra il mancato rinnovo del contratto e l’ancor più grave nonché illegittimo blocco salariale… DOVE SONO FINITI I SOLDI SOTTRATTI CON QUESTE INGIUSTE MANOVRE AI GIÀ MISERI STIPENDI DELLE FORZE DELL’ORDINE? DOVE SONO FINITI I SACRIFICI CHE L’ARMA HA FATTO D’INIZIATIVA ATTRAVERSO SOPPRESSIONI, ACCORPAMENTI E RINUNCE IN TUTTI I SETTORI, ANCOR PRIMA CHE IL GOVERNO ATTUASSE LA SPENDING REVIEW? DI CERTO NON SONO STATI DESTINATI AL RIORDINO O AI CARABINIERI….. PROBABILMENTE, ANCORA UNA VOLTA, SARANNO SERVITI PER CONTINUARE AD ALIMENTARE PENSIONI D’ORO O BENEFIT DI OGNI GENERE IN FAVORE DEGLI INTOCCABILI!
Oggi il Governo, consapevole dei sacrifici effettuati da questi valorosi uomini e donne al servizio del cittadino e dello Stato, costantemente esposti a rischio, spesso privati anche dei mezzi necessari per tutelare in maniera adeguata la loro incolumità, avrebbe avuto la possibilità, e soprattutto il dovere, di dimostrare concretamente di voler risanare e non camuffare, attraverso piccoli “PREMI DI CONSOLAZIONE”, la consolidata sofferenza causata da queste gravi ingiustizie subite nel tempo, che oltre a produrre irreversibili danni economici hanno causato deleterie conseguenze anche sulla carriera di ogni singolo militare, a prescindere dal ruolo e dall’incarico ricoperto.
Ad esempio, oggi gli anziani Marescialli Capi i quali hanno tirato la carretta della Benemerita con un grado che non rispettava la loro anzianità e l’alta professionalità raggiunta con sacrificio, e che oltretutto percepivano già da anni il misero parametro attribuito agli attuali colleghi sostituti UPS, finalmente vedranno la loro spallina dipinta di rosso il cui colore, però, potrà solo essere abbinato alla ferita sanguinante che ha leso la loro dignità di Sottufficiali dei Carabinieri e che con questo riordino non sarà assolutamente rimarginata anzi verrà esclusivamente aggravata. Infatti, questi sfortunati marescialli non otterranno nulla di quello che è stato loro sottratto; resterà un’utopia anche una ricostruzione di carriera, e con essa la speranza di conseguire il famigerato traguardo di Luogotenente e quello CS (cariche speciali), forse raggiungibili solo dai più giovani.
L’ anzianità di questi Marescialli capi, come spiega il riordino, è per tutti cristallizzata al 01 gennaio 2017 e qui sarebbe proprio il caso di citare il famoso proverbio “CHI HA AVUTO AVUTO E CHI HA DATO HA DATO”. Ma non finisce qui: i sottufficiali che rivestono l’attuale grado apicale di M.A.s.UPS che sfortunatamente non hanno ancora maturato otto anni di anzianità, alcuni di loro reduci dei pregressi danni subiti dal sistema, si vedranno “DEGRADATI”. Infatti, se prima il Luogotenente era solo una qualifica e non un grado, con la nuova riforma il M.A.s.UPS, che sino ad oggi era collocato al vertice della categoria di appartenenza, con l’entrata in vigore del riordino non si troverà nella stessa posizione ma subirà un vero e proprio declassamento che lo collocherà, gerarchicamente parlando, in una condizione di sottoposto nei confronti dei colleghi LGT e LGT CS.
In questo contesto non dimentichiamo quello che recita perentoriamente l’Art. 626 del Codice Ordinamento Militare, relativo alla gerarchia militare “IL PERSONALE MILITARE È ORDINATO GERARCHICAMENTE IN RELAZIONE AL GRADO RIVESTITO. IL GRADO CORRISPONDE ALLA POSIZIONE CHE IL MILITARE OCCUPA NELLA SCALA GERARCHICA”. In questo caso, sarebbe opportuno che il riordino modifichi il testo della citata fonte giuridica sostituendo la parola “OCCUPA” con quella “OCCUPAVA”…
Se il riordino rimarrà così come proposto, saremo felici di rispedirlo al mittente perché a nostro parere è stato abbondantemente svuotato di ogni contenuto e significato. Il CO.I.R. Podgora, durante l’assise che si tenne a Perugia con tutti i Co.Ba.R. confluenti, stilò un riordino più omogeneo e strutturato, in maniera tale da salvaguardare e soprattutto valorizzare le fondamenta vacillanti di una piramide che ormai era deteriorata dall’appiattimento e dal ristagno che, nel tempo, avevano subìto TUTTE LE CATEGORIE, CON CONSEGUENTE FORTE DEMOTIVAZIONE E AFFIEVOLIMENTO DI STIMOLI.
Con ciò siamo convinti che una riforma strutturale sia un progetto arduo e complesso – riconoscono i delegati Carmine CAFORIO e Giuseppe LA FORTUNA – ma non ci aspettavamo si concludesse in questo modo così banale, riconoscendo solo qualche legittimo beneficio, e comunque sempre minore di quello meritato, esclusivamente ad alcune posizioni apicali.