RINVIATO A GIUDIZIO IL CAPO DELLA FORESTALE: “IN QUESTA FASE DELICATA DI ASSORBIMENTO CON L’ARMA DEVE ESSERE SOSPESO”
“Abbiamo appreso da organi di stampa che tutti i 27 indagati del caso Est Sesia, con capi di imputazione vari come associazione per delinquere, truffa, peculato, falso in atto pubblico, turbativa d’asta e abuso d’ufficio, sono stati rinviati a giudizio e tra loro anche il Capo del Corpo forestale, l’ing. Cesare Patrone. Il Ministero delle risorse agricole sarà addirittura parte lesa nel processo penale. In buona sostanza il Mipaf si costituirà in giudizio contro il vertice di una delle sue articolazioni più importanti e delicate. Una situazione gravissima, quasi senza precedenti, che non può passare sotto silenzio”.
E’ quanto dichiarano i sindacati di categoria Sapaf, Ugl-Cfs, Cgil Cfs e Dirfor con i rispettivi segretari generali Marco Moroni, Danilo Scipio, Francesca Fabrizi e Maurizio Cattoi.
“Non vogliamo essere giustizialisti – dicono -, ma la delicatezza del ruolo ricoperto da Cesare Patrone, capo di una forza di polizia in procinto di essere assorbita dall’Arma dei Carabinieri, coinvolto in un caso giudiziario così rilevante, imporrebbe la sua immediata sospensione dal servizio. Una scelta diversa sarebbe incredibile e difficilmente comprensibile agli occhi dell’opinione pubblica e di tutti i dipendenti che, in casi analoghi, vengono giustamente sospesi a titolo cautelativo. Se si facesse una eccezione per Patrone, si tratterebbe di una sperequazione grave che ci vedrebbe costretti come sindacati a rivolgerci alla magistratura”.
“Il Ministro Martina – concludono i sindacati – dovrà fare adesso una scelta coerente e responsabile, perché non può costituirsi in giudizio contro Patrone e allo stesso tempo proteggerlo ad oltranza mantenendolo sulla propria poltrona, a dispetto dei Santi e dei giudici, visto tra l’altro che la questione dei rapporti col boss della camorra Cipriano Chianese, considerato l’inventore dell’eco-mafia, non è mai stata chiarita fino in fondo”.