Sindacati Militari

Rimpatriato per un’auto sporca e punito con tre giorni di consegna: il Tar dà ragione al militare e condanna il Ministero della Difesa

Il nuovo sindacato Carabinieri (NSC), per tramite dei suoi legali, stabilisce nuovamente l’ordine in una storia di abusi e prepotenza verticistica, ai danni di bravi carabinieri che svolgono con dedizione ed estrema professionalità il loro lavoro.

Un militare dell’Arma dei Carabinieri, responsabile della seconda squadra carabinieri e polizia militare internazionale Kfor in Kosovo, vede nuovamente trionfare i suoi diritti dinanzi al Tar, con l’ottenimento dell’annullamento della sanzione disciplinare dei 3 giorni di consegna, comminata in seguito al rimpatrio avvenuto con oltre due mesi di anticipo, a causa di alcuni addebiti che, in realtà, non riguardavano lui ma altre persone mai tirate in causa.

Il militare era in servizio presso il Reggimento di MSU di Pristina, ed è stato letteralmente rispedito in Italia a soli 4 giorni dalla notifica del provvedimento, senza che potesse difendersi. Motivo? Un motivo decisamente assurdo: un mezzo “sporco” e mancanza di ordine di servizio al seguito della pattuglia.

A seguito di quel rimpatrio, impugnato dinanzi al Tar con la difesa dell’avvocato Danilo Argeri che ne ha ottenuto l’annullamento. Al militare era stata notificata anche una sanzione disciplinare dei 3 giorni di consegna.

Impugnata la sanzione dinanzi al Tar, sempre con il patrocinio dell’avvocato Argeri, questo ha riconosciuto la fondatezza del ricorso e l’illegittimità del provvedimento, di fatto annullandolo, con vittoria di spese legali per il militare, liquidate in oltre 3000 euro più spese accessorie.

Il rimpatrio è avvenuto a soli 4 giorni dalla notifica, senza che il carabiniere potesse quantomeno provare a difendersi. Nel mentre, il comando internazionale da cui dipendeva gerarchicamente, ne elogiava il lavoro svolto all’estero, lavoro che da quel momento sarebbe stato svolto da personale in sostituzione senza le necessarie competenze.

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