Richiesta di condanna per un vicequestore: caso di interruzione di pubblico servizio all’hub vaccinale
La Procura di una città emiliana ha richiesto una condanna di due mesi per un funzionario di polizia, accusato di interruzione di pubblico servizio. L’episodio risale al periodo delle vaccinazioni anti Covid-19.
Secondo quanto emerso, il vicequestore si era presentato presso un hub vaccinale della provincia, accompagnato da un avvocato. L’ufficiale avrebbe iniziato a porre numerose domande riguardanti i vaccini, la loro efficacia e validità, causando un rallentamento delle operazioni in corso. La situazione si è ulteriormente complicata quando l’agente ha chiamato i carabinieri, continuando a fare domande e ostacolando di fatto l’attività del centro vaccinale.
Conseguenze immediate e sviluppi legali
In seguito all’accaduto, come riportato dall’agenzia Dire, il funzionario era stato sospeso per non aver ottemperato all’obbligo vaccinale in vigore all’epoca. Il comportamento del poliziotto, all’epoca in servizio nel capoluogo emiliano, aveva portato all’apertura di un’indagine per interruzione di pubblico servizio, sfociata in un decreto penale di condanna.
La difesa e il processo in corso
Il legale del vicequestore, tuttavia, si era opposto al decreto, ottenendo per il suo assistito un giudizio immediato. Durante l’udienza tenutasi il 1° ottobre, l’avvocato difensore ha richiesto l’assoluzione con formula piena, sostenendo l’insussistenza del fatto. La difesa ha argomentato che le domande poste dal poliziotto al personale dell’hub erano legittime e si erano protratte solo per 16 minuti, non costituendo quindi “né una perdita di tempo, né un reato”.
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