RENZI A BRESCIA: SCONTRI FORZE DI POLIZIA E CENTRI SOCIALI. FERITI UN POLIZIOTTO ED UN CARABINIERE
Fischi,
contestazioni e slogan hanno accolto il presidente del consiglio, Matteo Renzi,
a Brescia. In un paio di occasioni, si sono verificati anche scontri quando i
centri sociali hanno cercato di aggirare il cordone di sicurezza: gli agenti
hanno respinto l’avanzata con una carica e con l’utilizzo di fumogeni.
contestazioni e slogan hanno accolto il presidente del consiglio, Matteo Renzi,
a Brescia. In un paio di occasioni, si sono verificati anche scontri quando i
centri sociali hanno cercato di aggirare il cordone di sicurezza: gli agenti
hanno respinto l’avanzata con una carica e con l’utilizzo di fumogeni.
Dal
corteo, caricato un paio di volte dalle forze dell’ordine, sono partiti lanci
di fumogeni, uova e anche qualche pietra. Dai manifestanti – circa duecento
secondo una prima stima – si sono levati ripetuti slogan contro Matteo Renzi e,
in generale, contro le politiche del lavoro. Un poliziotto e un carabiniere, al
quale i manifestanti hanno cercato di strappare lo scudo difensivo, sono
rimasti feriti nei tafferugli e sono stati medicati sul posto.
corteo, caricato un paio di volte dalle forze dell’ordine, sono partiti lanci
di fumogeni, uova e anche qualche pietra. Dai manifestanti – circa duecento
secondo una prima stima – si sono levati ripetuti slogan contro Matteo Renzi e,
in generale, contro le politiche del lavoro. Un poliziotto e un carabiniere, al
quale i manifestanti hanno cercato di strappare lo scudo difensivo, sono
rimasti feriti nei tafferugli e sono stati medicati sul posto.
Fuori
dai cancelli della Palazzoli srl, dove il premier incontra gli industriali
bresciani, c’erano da una parte centri sociali, insieme a Cobas e movimenti
studenteschi. Dall’altra, i lavoratori della Fiom. I primi hanno aspettato
l’arrivo del premier all’esterno della fermata della metropolitana Casazza, a
pochi chilometri dai cancelli dell’azienda dove si svolge l’assemblea dell’AIB.
Fallito il tentativo di sfondamento del cordone di sicurezza a protezione della
Palazzoli, una parte del corteo dei centri sociali ha lasciato l’area limitrofa
della fabbrica e si è spostata in centro, bloccando il traffico. I giovani
urlano slogan contro il premier e le politiche economiche dell’esecutivo e
sventolano striscioni con scritto “Assediamo Renzi e le sue politiche”.
In un primo momento, i centri sociali avevano tentato di aggregarsi al corteo
della Fiom, che ha però rifiutato.
dai cancelli della Palazzoli srl, dove il premier incontra gli industriali
bresciani, c’erano da una parte centri sociali, insieme a Cobas e movimenti
studenteschi. Dall’altra, i lavoratori della Fiom. I primi hanno aspettato
l’arrivo del premier all’esterno della fermata della metropolitana Casazza, a
pochi chilometri dai cancelli dell’azienda dove si svolge l’assemblea dell’AIB.
Fallito il tentativo di sfondamento del cordone di sicurezza a protezione della
Palazzoli, una parte del corteo dei centri sociali ha lasciato l’area limitrofa
della fabbrica e si è spostata in centro, bloccando il traffico. I giovani
urlano slogan contro il premier e le politiche economiche dell’esecutivo e
sventolano striscioni con scritto “Assediamo Renzi e le sue politiche”.
In un primo momento, i centri sociali avevano tentato di aggregarsi al corteo
della Fiom, che ha però rifiutato.
I
lavoratori di Fiom e Cgil – sono circa 400 – si sono dati appuntamento alle
porte della città, a circa un chilometro dal luogo in cui si tiene l’assemblea
degli industriali. “Ci sono i delegati di tutte le nostre categorie e i
lavoratori Fiom di cinque o sei imprese dell’area che oggi scioperano tra cui
quelli della Ori Martin”, ha spiegato Domenico Galletti, segretario della
Cgil di Brescia. Il sindacato ha fatto alzare in volo un drone a cui erano
legati quattro striscioni sull’articolo 18, i diritti dei lavoratori e l’uso
improprio dei manganelli la scorsa settimana a Roma”. Molti gli slogan,
come: “Renzi non hai mai lavorato giù le mani dal sindacato”.
lavoratori di Fiom e Cgil – sono circa 400 – si sono dati appuntamento alle
porte della città, a circa un chilometro dal luogo in cui si tiene l’assemblea
degli industriali. “Ci sono i delegati di tutte le nostre categorie e i
lavoratori Fiom di cinque o sei imprese dell’area che oggi scioperano tra cui
quelli della Ori Martin”, ha spiegato Domenico Galletti, segretario della
Cgil di Brescia. Il sindacato ha fatto alzare in volo un drone a cui erano
legati quattro striscioni sull’articolo 18, i diritti dei lavoratori e l’uso
improprio dei manganelli la scorsa settimana a Roma”. Molti gli slogan,
come: “Renzi non hai mai lavorato giù le mani dal sindacato”.
Per
l’ex leader della Fiom, Giorgio Cremaschi, tra i partecipanti al presidio
sindacale, il presidente del consiglio “non è un interlocutore, è un
avversario”. E ha aggiunto: “Bisogna lottare per fare cadere questo
governo, è pericoloso e sbaglia chi, anche all’interno del sindacato, pensa di
potergli far cambiare idea. Bisogna mettere in discussione la sua autorità e
autorevolezza. Per me Renzi non è un interlocutore, se voleva occuparsi di
lavoro poteva andare a Terni dalla Ast e non qui agli industriali”.
Riferendosi agli attimi di tensione vissuti, intorno alle 10, tra manifestanti
e forze dell’ordine, Cremaschi ha minimizzato.
l’ex leader della Fiom, Giorgio Cremaschi, tra i partecipanti al presidio
sindacale, il presidente del consiglio “non è un interlocutore, è un
avversario”. E ha aggiunto: “Bisogna lottare per fare cadere questo
governo, è pericoloso e sbaglia chi, anche all’interno del sindacato, pensa di
potergli far cambiare idea. Bisogna mettere in discussione la sua autorità e
autorevolezza. Per me Renzi non è un interlocutore, se voleva occuparsi di
lavoro poteva andare a Terni dalla Ast e non qui agli industriali”.
Riferendosi agli attimi di tensione vissuti, intorno alle 10, tra manifestanti
e forze dell’ordine, Cremaschi ha minimizzato.