Carabinieri

Il rapinatore 16enne “Non volevo fare male a nessuno, chiedo scusa al carabiniere”

“Ho preso il coltello pensando di tagliare la manica del giubbotto perché lui mi teneva il braccio. In quel momento ero spaventato, volevo solo scappare, mi sentivo tirare. Non so spiegare il motivo perché l’ho fatto. Sono distrutto, disperato, chiedo scusa a quel carabiniere, non volevo finire in questo casino”. Sono queste le parole di Filippo, 16 anni, davanti al procuratore dei minori di Torino che l’ha interrogato su quanto accaduto il 29 novembre, quando insieme ad un altro giovane, 18enne, ha fatto irruzione in una farmacia di corso Vercelli a Torino per rubare l’incasso, all’incirca 900 euro. Nel tentativo di fermarli il carabiniere Maurizio Sabbatino, 53 anni, fuori dal servizio, è stato stato accoltellato e adesso si trova in ospedale. Anche lo stesso complice, Francesco, ha confessato dopo che i genitori lo hanno accompagnato alla Compagnia Oltre Dora di Torino. Ai due baby rapinatori è stata contestata l’ipotesi di reato per concorso in tentato omicidio, rapina e porto abusivo di armi. Il militare resta in prognosi riservata. Oggi sarà sottoposto a un intervento chirurgico al fegato.

Francesco da giorni parlava di fare una rapina. L’ha chiesto anche ad altri” ha detto Filippo. Circostanza che troverebbe conferma anche dai racconti di altri coetanei. “È tutta colpa di Francesco, è lui che ha trascinato il mio amico in questa storia” ha detto in tal senso Cristian. A sferrare le quattro coltellate al brigadiere è stato però il 16enne. C’è da dire che i due ragazzi si erano organizzati per quella rapina portando due pistole finte, passamontagna, zainetti. E coltelli. Attrezzatura acquistata mesi fa su Internet. Lo scooter Honda con cui sono fuggiti, invece, comprato su Facebook e poi abbandonato in un boschetto lungo il fiume Stura, fuori dalla città. “Siamo sconvolti” dice il papà del minorenne. “Vorremmo incontrare la famiglia del carabiniere e chiedere scusa. Filippo è un bravo ragazzo, si è fatto trascinare. Non si è reso conto di quello che stava facendo”.

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