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RAPINA FINITA NEL SANGUE: IL BENZINAIO FINISCE SOTTO SCORTA

(di Andrea Priante) – VICENZA Le pattuglie si alternano sul piazzale del distributore di benzina,
lungo il tratto della Riviera Berica che attraversa il comune di Nanto, una
ventina di chilometri da Vicenza.

All’interno dell’abitacolo, due uomini in
divisa sorvegliano la situazione mentre a pochi metri di distanza la pioggia
lava via le ultime macchie di sangue dal parcheggio della gioielleria Zancan,
che martedì si era trasformato in un campo di battaglia. Verso sera, quando la
stazione di servizio chiude i battenti, la pattuglia rimane al suo posto,
all’ingresso dell’abitazione del gestore, quel Graziano Stacchio divenuto
improvvisamente l’eroe del paese, con tanto di magliette «celebrative» e
raccolta di firme (e di offerte) per esprimergli solidarietà.
Un «simbolo» per gli imprenditori esasperati dalla criminalità. Ma anche un
possibile obiettivo per chi sente di avere con lui un conto in sospeso. Le
forze dell’ordine sono lì proprio per vigilare sull’incolumità del benzinaio
che quattro giorni fa ha aperto il fuoco sulla banda di giostrai che tentava
l’assalto al negozio di preziosi. Uno dei rapinatori, il nomade trevigiano
Albano Cassol, 41 anni, è stato raggiunto da un colpo di fucile alla coscia ed
è morto (probabilmente dissanguato) pochi minuti dopo, durante il tentativo di
fuga terminato con l’auto dei banditi schiantata contro il muro di un negozio.
L’autopsia chiarirà anche gli ultimi dubbi. Mentre i carabinieri danno la
caccia ai quattro complici scampati alla sparatoria, cresce il timore che
qualcuno possa prendere di mira il benzinaio, per vendicare la morte di Cassol.
Un rischio che le forze dell’ordine non possono correre. Per questo motivo
Graziano Stacchio ora è sotto scorta: la prefettura ha concordato
l’assegnazione di un servizio di protezione no-stop. A coordinarlo, come sempre
accade in questi casi, è la questura. «Una pattuglia fissa sorveglia la zona
sia di giorno che durante la notte» ha confermato ieri il questore di Vicenza,
Gaetano Giampietro.

«Al servizio
partecipano
 gli agenti della Polizia di Stato, i
carabinieri e la guardia di finanza. Una misura assunta nell’immediato, che
però nei prossimi giorni dovrà essere rivalutata, e meglio definita, dal
Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ». Di più non aggiunge. Era stato
proprio Stacchio, 65 anni, a dire di temere ritorsioni. «Ma i complici hanno
visto che ho mirato alle gambe e che quindi non avevo alcuna intenzione di
uccidere», ha spiegato. «Spero che anche loro si mettano una mano sulla
coscienza…». Dal campo nomadi di Fontanelle (Treviso), dove Albano Cassol
viveva in una roulotte assieme alla moglie incinta e ai due figli di 7 e 4
anni, assicurano che non ci saranno ritorsioni. «Nessuno andrà lì a torcergli
un capello», ripete la zia della vittima. Intanto continuano gli attestati di
stima e di solidarietà nei confronti del benzinaio, che si ritrova indagato per
eccesso colposo in legittima difesa. Dalla politica ai rappresentanti delle
categorie economiche, tutti lo difendono. Su Twitter spopola l’hashtag
#siamotuttibenzinai e proprio attraverso il web, dove sono nate diverse pagine
Facebook «Io sto con Stacchio» che già contano migliaia di iscritti, piovono
attestati di stima e girano diverse vignette che, con macabra ironia, esortano
a passare dalle pistole utilizzate per fare rifornimento a quelle vere.

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