Carabinieri

Pusher prende a pugni un carabiniere: arrestato, ma esce con l’obbligo di firma

Il controllo alla stazione finisce in rissa

Un 30enne già noto alle forze dell’ordine ha trasformato un normale controllo dei Carabinieri della Stazione di Montodine in una scena da film. Verso le 12.30, vicino alla stazione ferroviaria di Castelleone, l’uomo in sella a una bici elettrica ha cercato di evitare la pattuglia, attirando i sospetti. Fermato per l’identificazione, ha improvvisamente estratto un sacchetto nascosto nelle parti intime e lo ha lanciato oltre i binari, in mezzo alla vegetazione.

Pugni al militare e fuga mancata

Quando i Carabinieri hanno deciso di perquisirlo, il pusher non solo ha tentato la fuga, ma ha anche colpito a pugni uno dei militari. Bloccato e immobilizzato a fatica, è stato arrestato. Nel sacchetto recuperato i Carabinieri hanno trovato 40 grammi di hashish e 9 dosi di cocaina già pronte per lo spaccio.

Droga e denaro: un “tesoretto” in casa

La perquisizione personale ha portato al sequestro di 1.700 euro in contanti. Ma la sorpresa è arrivata a casa: i militari hanno trovato una dose di crack, un grammo di marijuana, due spinelli già confezionati, materiale per il confezionamento e soprattutto oltre 10.000 euro in contanti. Un bottino che lascia pochi dubbi sull’attività di spaccio del 30enne.

Arresto convalidato, ma solo obbligo di firma

Nonostante l’aggressione a un carabiniere e l’ingente quantità di droga e denaro sequestrati, l’epilogo in tribunale ha lasciato più di un sopracciglio alzato: il giudice ha convalidato l’arresto, ma ha applicato al pusher soltanto la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, rimandando il processo al 28 novembre.

Il nodo irrisolto della sicurezza

Episodi come quello di Castelleone non sono casi isolati: aggressioni alle forze dell’ordine si ripetono quotidianamente e troppo spesso i responsabili vengono scarcerati poche ore dopo l’arresto, quando non addirittura solo denunciati. Una beffa per chi indossa la divisa e rischia la pelle ogni giorno.

Il governo, intanto, si piega per mesi sulla scrivania per varare un decreto sicurezza che viene presentato come risolutivo, ma che nei fatti non cambia nulla. I numeri parlano chiaro: i violenti vengono rimessi in libertà e le carceri restano sovraffollate, tanto che in alcuni casi gli arresti non vengono nemmeno disposti.

La domanda allora sorge spontanea: quanto ancora dovranno aspettare cittadini e forze di polizia per vedere garantita una sicurezza reale, e non solo sbandierata in conferenze stampa?

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