PROFESSIONI SANITARIE MILITARI: COME FUNZIONA LA LEGGE GELLI NELLA DIFESA?
Le assicurazioni professionali dei medici costituiscono una tematica molto attuale. La Legge Gelli ad aprile 2017 ha cambiato i profili della responsabilità sanitaria. E’ stata infatti prevista una copertura tout court in base alla quale le strutture sanitarie o socio-sanitarie pubbliche e private dovranno assicurarsi, o dotarsi di “altre analoghe misure”, per la responsabilità civile verso terzi e per la responsabilità civile verso i prestatori d’opera, estendendo la copertura anche ai danni cagionati dal personale a qualunque titolo operante presso le stesse. Obbligo assicurativo che riguarderà, altresì, le prestazioni svolte in regime di libera professione intramuraria, in regime di convenzione con il SSN o attraverso la telemedicina.
Le strutture dovranno poi tutelarsi dalla responsabilità extracontrattuale verso terzi degli esercenti le professioni sanitarie, nell’ipotesi in cui il danneggiato esperisca l’azione direttamente contro di loro. Resta, invece, a carico del sanitario che esercita la propria attività al di fuori delle infradescritte strutture, o che vi operi in regime libero-professionale, o che si avvalga delle stesse nell’adempimento di un’autonoma obbligazione contrattuale assunta con il paziente, l’obbligo dotarsi di idonea copertura assicurativa. Allo stesso modo, il sanitario che a qualunque titolo operi in strutture sanitarie pubbliche o private dovrà stipulare, “con oneri a proprio carico”, una polizza professionale per colpa grave a garanzia dell’azione di rivalsa dell’azienda.
In questi giorni in virtù di quanto previsto dalla Legge Gelli, si è scatenato un ampio dibattito alimentato dalle facoltà degli albi/ordini/collegi delle professioni sanitarie sull’opportunità di imporre la polizza assicurativa ai propri iscritti. Il casus belli nasce dal Collegio nazionale professionale dei Tecnici sanitari di radiologia medica (Tsrm) che, con una deliberazione del 21 ottobre, ha deciso di imporre a tutti i propri iscritti un sovrapprezzo alla tassa annuale di iscrizione per ‘offrire obbligatoriamente’ la polizza assicurativa prevista dalla legge Gelli”. A denunciarlo è la Fp Cgil Nazionale, che ha evidenziato come il nuovo obbligo previsto dalla legge per chi esercita la professione sanitaria, ovvero quello di dotarsi di una polizza di assicurazione per colpa grave, “è strettamente personale ed è in carico al singolo professionista/lavoratore”, puntando così il dito sulla “totale illegittimità della decisione del collegio nazionale Tsrm”. Una decisione, ha rincarato la Funzione Pubblica Cgil, “assunta in palese violazione dell’articolo 23 della Costituzione e contro le previsioni della stessa legge Gelli che non affida alcun ruolo o potere di riscossione ‘obbligatoria’ ai collegi/ordini, tanto meno quello di abbinare la copertura assicurativa per colpa grave all’obbligo di iscrizione a albi, ordini e collegi”.
Una tematica recente e che, con ogni probabilità, potrebbe avere riflessi anche nel Comparto Sicurezza e Difesa dove operano tecnici sanitari di radiologia coinvolti, anch’essi, dalle decisioni del Collegio Nazionale Professionale dei Tecnici sanitari di radiologia medica. Sarà dunque interessante capire in che modo la Sanità Militare ed i sanitari appartenenti alla Polizia di Stato recepiranno le direttive della Legge Gelli.