Polizia

POLIZIOTTO SOSPESO, IL PROFUGO LO RINGRAZIA PER AVERGLI SALVATO LA VITA. TONELLI: «CAPO GABRIELLI, RIAMMETTA IL COLLEGA IN SERVIZIO»

Il ragazzo ivoriano di 19 anni, scortato dagli agenti della Polizia Stradale fuori dall’A6 Torino-Bardonecchia, ha ringraziato la Polizia. L’ha ringraziata per avergli salvato la vita. Alla fine di questo si è trattato, di un vero e proprio intervento salvavita. Immaginate cosa sarebbe accaduto allo stesso 19enne e agli altri automobilisti, se la Polizia non fosse intervenuta.

«Grazie Polizia, mi avete salvato la vita». Tra quei poliziotti che il giovane ha ringraziato, ce n’è uno, padre di tre figli, che adesso si ritrova sospeso con diritto di difesa negato e con stipendio dimezzato perché in un video, in cui ha ripreso il 19enne intento a pedalare in autostrada, ha osato criticare il concetto di accoglienza e risorse inteso dalla Presidente della Camera Laura Boldrini. Nelle dichiarazioni che il 19enne ha rilasciato alla stampa, si sottolinea il concetto di gentilezza. Il giovane ha infatti dichiarato che gli agenti sono stati molto gentili con lui. Una versione dei fatti questa, in netto contrasto con la becera strumentalizzazione che in questi giorni si è operata sul video, tra l’altro, diffuso sui social da terze persone e non dal poliziotto stesso.

Si è parlato di razzismo, di insulti che, a quanto pare, non traspaiono da quanto sostenuto dal giovane profugo.
Intanto sul collega pende un provvedimento disciplinare che è sbagliato chiamare “sospensione cautelativa” perché non lo è. Il Capo della Polizia Gabrielli ha sospeso il collega per blandire le ire della Boldrini. Oseremmo dire che non
si tratta di un provvedimento disciplinare ma, di un vero e proprio provvedimento politico scatenato dal capriccio di una signora che si piega all’imposizione di culture e usanze che gettano nell’ombra anni di storia e civiltà della nostra nazione, per poi inginocchiare chi – dallo scranno che occupa – dovrebbe rappresentare, ma a cui evidentemente è allergica.

Adesso Prefetto Gabrielli, alla luce di quanto emerso e visto che ha sospeso un padre di famiglia mettendolo alla fame, ha un’occasione che non deve farsi sfuggire per dimostrare che la Polizia è un organo al servizio della Repubblica, della comunità e non dei politici, e per dimostrare anche che esiste un senso di giustizia interno all’amministrazione che è stato violato nel momento in cui è venuta fuori la verità. E proprio alla luce di questa verità incontrovertibile, Prefetto Gabrielli, Lei ha l’obbligo di riammettere immediatamente il collega in servizio e di proporlo per una premialità, visto che ha salvato una vita, mettendo a rischio la propria, scortando il 19enne al buio in galleria, fino alla prima piazzola disponibile. Questa è l’ultima prova d’appello, signor Prefetto: La prego di non farsela scappare, per recuperare una credibilità interna che è destinata altrimenti ad essere definitivamente sacrificata sull’altare dei cretini. E soprattutto, metta la parola fine a questa indegna strumentalizzazione che è stata bandita dallo stesso protagonista del video mostratosi riconoscente nei confronti degli agenti. Un colpo di scena talmente grande che parte della stampa (seppur interessatasi all’argomento) ha deciso di censurare. Anche in questo caso è intervenuta la censura di Stato a cui la stampa asservita non ha saputo resistere. La stessa stampa che quando c’è da dare addosso alle divise, spreca le prime pagine, mentre quando c’è da difenderli, pubblicando la verità, preferisce far finta di non sapere, censurando. Non a caso, per quanto riguarda la libertà di stampa, nella classifica di Reporters sans Frontieres l’Italia si trova subito dopo il Burkina Faso al 77° posto. Il giusto riconoscimento per un paese vittima di una democrazia commissariata.

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