Poliziotto a processo per 19 euro di straordinari: «Non voglio questa macchia sulla mia carriera»
«Mi sono opposto alla richiesta di archiviazione perché dopo 40 anni di servizio non potevo andare in pensione con quest’ombra sulla mia carriera. Posso e voglio dimostrare la mia innocenza». Amarezza nelle parole dell’ex poliziotto lecchese finito a processo per truffa ai danni dello Stato, accusato di aver percepito indebitamente il pagamento di straordinari.
Quei minuti a fine turno
La somma che gli viene contestata? Diciannove euro. In alcune occasioni si sarebbe allontanato dall’ufficio pochi minuti prima che terminasse il turno, pur senza lasciare mai il servizio scoperto. Un’ora di lavoro in tutto sommando i vari episodi, come ricostruito durante le indagini. Una vicenda iniziata nel 2019, quando la procura di Lecco — in seguito a un esposto — ha aperto un fascicolo, chiedendo subito dopo l’archiviazione per la tenue entità del fatto.
Da 39 a 19 euro: la cifra contestata
«Solo in quel momento ho scoperto di essere indagato — spiega l’agente, per decenni in servizio alle Volanti della Questura cittadina —. Non potevo accettare una simile macchia sulla mia carriera, sarei andato in pensione con un’accusa di truffa alle spalle». Dopo la mancata archiviazione, con l’opposizione presentata dal legale dell’uomo, è stato disposto un supplemento di indagini che, attraverso la rilevazione delle celle telefoniche e i filmati delle telecamere di videosorveglianza, ha ridimensionato la cifra inizialmente contestata: da 39 a 19 euro. In queste ore il poliziotto è comparso in aula. Il processo è stato aggiornato al prossimo 5 ottobre quando saranno ascoltati i testimoni.