POLIZIA, TRA RIORDINO DELLE CARRIERE E SVECCHIAMENTO: “SVINCOLATI DAL MONDO MILITARE”
«Esserci sempre»: questo è il tema che ha animato la festa della polizia, che quest’anno compie 166 anni. Ecco le parole del Capo della Polizia, Franco Gabrielli.
“Abbiamo vissuto un anno quanto mai impegnativo, in primo luogo sul versante della gestione dell’ordine pubblico, sia per i numerosi eventi internazionali ospitati nel nostro Paese, sia per l’inasprirsi di conflittualità sociali che hanno trasformato le nostre piazze in stanze di compensazione di ragioni contrapposte.
La Polizia di Stato, sulla quale grava l’onere e l’onore della Direzione dei servizi di Ordine e Sicurezza Pubblica, in tutti questi casi si è impegnata a garantire il regolare svolgimento delle pubbliche iniziative, con l’impiego di oltre il 50 percento delle Forze Mobili impegnate da tutte le Forze di Polizia, sovente mettendo a repentaglio l’incolumità delle proprie donne e dei propri uomini. Analogo impegno è stato profuso sul versante della sicurezza, dove la principale fonte di preoccupazione rimane il terrorismo internazionale. Il dissolvimento dello Stato Islamico, infatti, ha favorito il rientro in Europa dei cosiddetti foreign fighters, determinando una minaccia diffusa ed indifferenziata alle nostre comunità. Per tale motivo abbiamo anticipato quanto più possibile l’attività preventiva, al fine di interrompere fin dalla fase embrionale i percorsi di radicalizzazione e la pianificazione di attività criminali.
Senza mai incidere sull’efficienza della nostra Istituzione abbiamo, avviato una generale riscrittura dell’architettura della Polizia di Stato, sia a livello centrale che nelle sue diramazioni periferiche. Non vi è settore o specializzazione che sia stato tralasciato in questo complessivo progetto di riforma. Per le Questure, il progetto ormai in dirittura d’arrivo, prevede l’attualizzazione del vigente modello organizzativo, al fine di superare alcuni “schematismi” non completamente adeguati a rispondere alle concrete esigenze di prevenzione e contrasto dei reati provenienti dal territorio. Tutto questo per fornire un reale supporto al rinnovato ruolo del Questore, Autorità tecnica di Pubblica Sicurezza, al quale il recente decreto legge n. 14 del 2017, in materia di sicurezza urbana, conferisce nuove prerogative, in una visione evolutiva rispetto al modello disegnato dalla legge 121 del 1981, esaltando i contributi apportati dalle singole forze di polizia che si fanno sintesi proprio nell’Autorità di pubblica sicurezza. Parallelamente abbiamo avviato una organica riorganizzazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Ad oggi è stato già ridisegnato il “cuore” del coordinamento info-investigativo della Polizia di Stato, ovvero la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, con le Digos distribuite sul territorio, e la Direzione Centrale Anticrimine, con le Squadre Mobili e le Divisioni Anticrimine. Ed importanti innovazioni entreranno a breve in vigore. Inoltre, abbiamo ridisegnato il cuore pulsante della Polizia di Stato, il suo capitale umano, con il fattivo contributo delle organizzazioni sindacali, che, sia pur con gradazioni diverse, hanno lealmente interpretato il fondamentale ruolo di formazione intermedie. Abbiamo, così, cominciato ad attuare il “Riordino delle carriere” per rimuovere gradualmente le cause di stagnazione nella progressione professionale.
E’ stata altresì avviata una intensa stagione di concorsi, che consentirà di “svecchiare” un’Amministrazione che ha visto innalzare progressivamente l’età media del proprio personale. E, finalmente, i nostri dirigenti hanno un’area autonoma di rappresentanza e di contrattazione. Una innovazione che intende offrire una cornice per graduare e commisurare gli istituti giuridici ed i benefici economici dei nostri dirigenti alle responsabilità che la funzione comporta. In tale contesto vorrei sottolineare l’importanza di una ulteriore innovazione giunta a 37 anni dal varo della Legge n. 121/1981, che ha disegnato la Polizia di Stato. Abbiamo finalmente adottato i nostri segni distinti di qualifica, svincolandoci dai “gradi militari”. Questo non per segnare una distanza dal mondo militare ma per rimarcare la nostra identità di amministrazione civile ad ordinamento speciale, riaffermando l’adesione ad un nucleo di valori, sublimato nel nostro motto “sub lege libertas”. È la consapevolezza che le “pubbliche funzioni”, che ci vengono assegnate dalla legge, devono essere esercitate con “onore e disciplina”, come recita l’art. 54 della Costituzione. Ed i nostri concittadini hanno compreso lo straordinario sforzo che abbiamo messo in campo, se è vero, che tra le Istituzioni pubbliche, le forze di Polizia sono ai primi posti per indice di fiducia dei cittadini. Una credibilità che si alimenta e che trova la propria linfa anche nell’esempio di coloro che hanno sacrificato la propria vita nell’adempimento del dovere e che noi amiamo ricordare non nel loro ultimo atto, quello dell’estremo sacrificio, bensì nel loro quotidiano agire. A loro, il cui sacrificio non sarà mai dimenticato, a tutte le donne ed agli uomini della Polizia di Stato, alle loro famiglie, protagoniste silenziose di quotidianità non sempre facili, e, soprattutto, ai nostri concittadini, dedichiamo questa giornata di festa.”