Polizia, aumenti CONTRATTO? Meno di un CAFFÈ al giorno
“A oggi, purtroppo, tutte le promesse in materia di sicurezza del ministro Salvini sono un bluff che danneggia i cittadini e prende ancora una volta in giro le lavoratrici e i lavoratori in divisa. Parlo di sicurezza reale, perché la legge sulla legittima difesa e la linea dura contro qualche barcone di disperati sono solo elementi di distrazione di massa dai problemi veri”.
Non usa giri di parole Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil, che lo scorso 17 aprile ha manifestato in tutta Italia davanti alle Prefetture assieme a Cgil e Fp per chiedere il rinnovo del contratto di categoria, scaduto a dicembre, e per sollecitare maggiori risorse per il settore.
Rassegna Tissone, Salvini ogni giorno annuncia ulteriori investimenti sulla sicurezza e l’assunzione di nuovi poliziotti. Come stanno le cose?
Tissone Io guardo ai numeri e non alle chiacchiere. Il nostro contratto di lavoro è scaduto da ormai 4 mesi e il governo non ci convoca ai tavoli di trattativa. Per i contratti pubblici sono stati previsti 1.775 milioni per il triennio 2019-2021, a fronte dei 2.850 milioni del triennio 2016-2018. Per altro i precedenti stanziamenti erano aggiuntivi rispetto all’indennità di vacanza contrattuale, mentre quelli previsti dall’attuale esecutivo sono comprensivi di questa voce e dell’elemento perequativo istituito con l’ultimo ccnl.
Rassegna Stai dicendo che per i poliziotti, e in genere per tutti i pubblici impiegati, ci saranno aumenti ridotti rispetto al passato?
Tissone È così. Alla luce delle risorse previste, l’aumento medio mensile sarà pari a 52 euro lordi, comprensivi della vacanza contrattuale e dell’elemento perequativo. In pratica, sono 40 euro lordi mensili, cioè 20-25 euro netti a regime. Meno di un caffè al giorno. Una somma neppure paragonabile al tanto criticato bonus da 80 euro per le forze di polizia dei precedenti governi, cifra che poi, grazie all’azione sindacale, è diventata strutturale e pertanto “previdenzializzata” nelle nostre buste paga, assieme alla riparametrazione legata al riordino, con l’ultimo rinnovo sottoscritto con l’esecutivo Gentiloni. Servono pertanto risorse più consistenti. Il datore di lavoro pubblico deve riconoscere incrementi salariali adeguati ai dipendenti, al pari di quanto fanno i privati, rinnovando i contratti e negoziando con i sindacati.
Rassegna Ma almeno i nuovi poliziotti, annunciati tutti i giorni dai post del ministro dell’Interno, sono arrivati?
Tissone Macché. Per adesso poco o niente. La legge di bilancio varata dal governo Conte prevede che il nuovo personale non potrà essere assunto prima del 1° ottobre 2019: salvo qualche piccola aliquota anticipatoria che avrà effetto nel corso dell’anno le aliquote di nuovo personale annunciate dall’attuale ministro sono il risultato delle assunzioni decretate dai passati esecutivi, nulla più. A oggi il turn over che dovrebbe essere garantito al 100%, a causa dei tempi di attesa dei bandi e dei corsi di formazione che provocano una latenza di circa 2-3 anni, tale da non poter di fatto ripianare gli organici totalmente, con un tasso di “scopertura” di circa 3 mila unità, non potrà essere pienamente garantito neppure per il futuro.
Rassegna Detto in termini più comprensibili?
Tissone Dai nostri dati le coperture dal 2012 al 2018 hanno registrato un gap che potrà essere colmato non prima del 1° ottobre 2023, ma sempre con una “scopertura” organica di 2 mila-3 mila unità stante le procedure ordinarie adottate. Non è inoltre irrilevante comprendere se l’organico della Polizia di Stato resterà sulle 106 mila unità, come oggi previsto con il dl Madia, o se potrà, auspicabilmente, ulteriormente aumentare.
Rassegna E dunque i rinforzi di organico annunciati da Salvini dove sono?
Tissone Semplicemente, non ci sono. Si tratta, al momento, di normali avvicendamenti legati alla mobilità interna, assegnazioni di personale già in forza, che viene solo spostato da una città all’altra. Ciò determina che in ogni provincia all’arrivo di alcune unità corrisponda l’inevitabile uscita di personale che per raggiunti i limiti di età cessa dal servizio, con evidente segno meno rispetto agli organici precedenti. Questa è la verità: avere personale sufficiente da subito e immediatamente disponibile non è possibile. Per questo il nostro percorso di mobilitazione, in assenza di risposte concrete, è destinato a crescere.