Pentagono sotto scacco: epurati tre generali, rimosso anche il capo dei Navy SEAL
Una raffica senza precedenti
Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha impresso venerdì un nuovo colpo di scure ai vertici delle Forze Armate: altri tre alti ufficiali sono stati sollevati dai loro incarichi, nel giro di poche ore.
Tra loro, due figure centrali della Marina: il Vice Ammiraglio Nancy Lacore, a capo della Riserva Navale, e il Contrammiraglio Milton “Jamie” Sands III, comandante del Naval Special Warfare Command. Entrambi erano in carica da appena un anno.
Il loro licenziamento è arrivato lo stesso giorno della rimozione del Tenente Generale Jeffrey Kruse, direttore della Defense Intelligence Agency (DIA), licenziato ufficialmente per “perdita di fiducia”.
Silenzi e ambiguità
Un funzionario della Marina ha confermato i provvedimenti, senza però fornire alcuna spiegazione. La stessa linea di reticenza è stata adottata dal Dipartimento della Difesa, che si è limitato a dichiarare che Kruse “non ricoprirà più il ruolo di Direttore della DIA”.
Un linguaggio burocratico che lascia intendere molto, senza chiarire nulla.
I profili dei rimossi
- Nancy Lacore: arruolata nel 1990, ha servito come aviatore navale, pilotando elicotteri con gli Squadroni di Supporto al Combattimento Tre e Otto. Dopo incarichi di staff, ad agosto 2024 era stata nominata Capo della Riserva della Marina.
- Jamie Sands: entrato in Marina nel 1992, Navy SEAL con missioni in Afghanistan, dal 2 agosto 2024 guidava il Comando Navale per la Guerra Speciale. La sua rimozione segue mesi di attriti con i vertici del Pentagono sulla gestione delle controversie interne ai SEAL.
- Jeffrey Kruse: Tenente Generale dell’Aeronautica, direttore della DIA, è stato allontanato con la formula della “perdita di fiducia”, la stessa spesso usata come ombrello per giustificare epurazioni di vertice.
Un trend che preoccupa
Quelli di Lacore, Sands e Kruse non sono casi isolati. Con l’arrivo della nuova amministrazione, la falce politica di Trump e Hegseth ha già reciso numerose teste:
- a febbraio, via il Presidente dello Stato Maggiore Congiunto Charles “CQ” Brown Jr.,
- l’Ammiraglio Lisa Franchetti, Capo delle Operazioni Navali,
- il Generale James Slife, numero due dell’Aeronautica,
- oltre ai vertici della Guardia Costiera e del Cyber Command.
Il risultato è un comando militare in continua fibrillazione, con posti chiave rimasti vacanti per mesi: quello di Capo delle Operazioni Navali è stato riempito solo a fine luglio, con la conferma dell’ammiraglio Daryl Caudle. Ora si apre il problema di chi prenderà il posto di Lacore e Sands.
Epurazioni o riforme?
La catena di defezioni e licenziamenti alimenta un interrogativo cruciale: si tratta di una purga politica mascherata, o di un tentativo radicale di rifondare la leadership militare su nuove basi?
Quel che è certo è che il Pentagono, tradizionalmente percepito come bastione di continuità e stabilità, sta vivendo una turbolenza senza precedenti. E la sensazione diffusa, tra ufficiali in servizio e veterani, è che la fiducia reciproca tra politica e catena di comando sia ormai logorata.
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