PENSIONI 2015, REQUISITI POLIZIA E FORZE ARMATE. OGGI SI DECIDE PER AMMISSIBILITA’ LEGGE FORNERO, COSA CAMBIEREBBE?
(di Simone Casavecchia) – L’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2015, recentemente approvata
al Senato in via definitiva, ha determinato nuove regole sui requisiti
per il pensionamento di molte categorie di lavoratori, compresi i funzionari
di polizia e i dipendenti delle forze armate per i quali sono stati
previsti nuovi limiti di età e per i quali il Ministero dell’Interno ha
recentemente rivisto le regole precedentemente in vigore riguardo alla
cosiddetta“promozione alla vigilia”. Ecco cosa cambia.
al Senato in via definitiva, ha determinato nuove regole sui requisiti
per il pensionamento di molte categorie di lavoratori, compresi i funzionari
di polizia e i dipendenti delle forze armate per i quali sono stati
previsti nuovi limiti di età e per i quali il Ministero dell’Interno ha
recentemente rivisto le regole precedentemente in vigore riguardo alla
cosiddetta“promozione alla vigilia”. Ecco cosa cambia.
Requisiti per le pensioni nel 2015
Per quanto riguarda i requisiti per ottenere la pensione nel 2015, i
lavoratori che operano nel comparto Difesa e Sicurezza saranno soggetti
quest’anno alle seguenti regole:
lavoratori che operano nel comparto Difesa e Sicurezza saranno soggetti
quest’anno alle seguenti regole:
- Requisiti per la pensione di anzianità:
- 40 anni e 3 mesi di contributi,
indipendentemente dall’età anagrafica; oppure - 57 anni e 3 mesi di età e 35 anni di
contributi maturati; oppure - 53 anni e 3 mesi di età con 40 anni
contributi maturati nel 2011;
- Requisiti per la pensione di vecchiaia con
almeno 35 anni di servizio: - Dirigente generale: 65 anni;
- Dirigente superiore: 63 anni;
- Qualifiche inferiori: 60 anni;
- Requisiti per la pensione di vecchiaia con
meno di 35 anni di servizio: - Dirigente generale: 65 anni e tre mesi;
- Dirigente superiore: 63 anni e tre mesi;
- Qualifiche inferiori: 60 anni e tre mesi;
Promozioni alla Vigilia
Con la nota n. 333/H/G55, il Ministero dell’Interno ha chiarito alcuni dei
provvedimenti contenuti nella Legge di Stabilità 2015, riguardanti la disciplina
previdenziale delle forze di polizia. In base a questo provvedimento del
Ministero viene chiarito che sono state soppresse le cosiddette «promozioni
alla vigilia» ovvero quella norma che consentiva ai Dirigenti Superiori delle
forze di polizia, con almeno 5 anni di anzianità nella qualifica, di vedersi
riconosciuta la promozione alla qualifica di Dirigente Generale di pubblica
sicurezza nel giorno precedente alla cessazione del servizio, permettendogli,
in tal modo di ottenere un trattamento pensionistico più cospicuo e
vantaggioso.
Con la nota n. 333/H/G55, il Ministero dell’Interno ha chiarito alcuni dei
provvedimenti contenuti nella Legge di Stabilità 2015, riguardanti la disciplina
previdenziale delle forze di polizia. In base a questo provvedimento del
Ministero viene chiarito che sono state soppresse le cosiddette «promozioni
alla vigilia» ovvero quella norma che consentiva ai Dirigenti Superiori delle
forze di polizia, con almeno 5 anni di anzianità nella qualifica, di vedersi
riconosciuta la promozione alla qualifica di Dirigente Generale di pubblica
sicurezza nel giorno precedente alla cessazione del servizio, permettendogli,
in tal modo di ottenere un trattamento pensionistico più cospicuo e
vantaggioso.
Tetto dei trattamenti pensionistici
Il tetto, previsto dalla Legge di Stabilità 2015, per la possibilità di
maturare, con il sistema contributivo, trattamenti superiori a quelli che
sarebbero stati corrisposti regime retributivo si applica, secondo la nota
emanata dal Ministero dell’Interno, ai soli contribuenti che al 31/12/1995
avevano già maturato i 18 anni di anzianità contributiva e che sino al
31/12/2011 erano destinati al sistema retributivo. La norma tocca anche per i
trattamenti pensionistici già liquidati dal 2012 fino alle pensioni che saranno
liquidate dal 2015 anche il provvedimento diventa operativo solo dalla data
della sua entrata in vigore, quindi, dal 2015.
maturare, con il sistema contributivo, trattamenti superiori a quelli che
sarebbero stati corrisposti regime retributivo si applica, secondo la nota
emanata dal Ministero dell’Interno, ai soli contribuenti che al 31/12/1995
avevano già maturato i 18 anni di anzianità contributiva e che sino al
31/12/2011 erano destinati al sistema retributivo. La norma tocca anche per i
trattamenti pensionistici già liquidati dal 2012 fino alle pensioni che saranno
liquidate dal 2015 anche il provvedimento diventa operativo solo dalla data
della sua entrata in vigore, quindi, dal 2015.
Il referendum sull’abrogazione della legge
Fornero, autentico cavallo di battaglia della perenne campagna elettorale
leghista, sta per giungere a una tappa fondamentale. E’ fissata infatti per
domani la Camera di consiglio della Corte Costituzionale, chiamata a esprimersi
su tutta una serie di possibili consultazioni referendarie.
Fornero, autentico cavallo di battaglia della perenne campagna elettorale
leghista, sta per giungere a una tappa fondamentale. E’ fissata infatti per
domani la Camera di consiglio della Corte Costituzionale, chiamata a esprimersi
su tutta una serie di possibili consultazioni referendarie.
Cosa succederebbe in caso di ammissibilità del referendum
Se davvero il quesito abrogativo avesse il via libera da parte della
Consulta, il Governo Renzi si ritroverebbe tra le mani una bella gatta da
pelare: difficile immaginare uno scenario diverso dalla corsa degli italiani
alle urne per cancellare con un tratto di matita la norma che nel 2011 ha
stravolto l’orizzonte pensionistico di tanti. Il testo, che ha come primo
firmatario il leghista Roberto Calderoli, è tanto semplice quanto devastante:
mira a cancellare l’intero articolo 24 dal decreto Salva-Italia. In questo
modo, addio al calcolo contributivo applicato a tutti i pensionati dal 2012 in
poi, ritorno alla pensione di anzianità e paletti meno rigidi per quella di
vecchiaia. Un’operazione che farebbe sparire tutti i risparmi dell’intera
riforma, che ammontano più a meno a 20 miliardi di euro ogni anno.
Consulta, il Governo Renzi si ritroverebbe tra le mani una bella gatta da
pelare: difficile immaginare uno scenario diverso dalla corsa degli italiani
alle urne per cancellare con un tratto di matita la norma che nel 2011 ha
stravolto l’orizzonte pensionistico di tanti. Il testo, che ha come primo
firmatario il leghista Roberto Calderoli, è tanto semplice quanto devastante:
mira a cancellare l’intero articolo 24 dal decreto Salva-Italia. In questo
modo, addio al calcolo contributivo applicato a tutti i pensionati dal 2012 in
poi, ritorno alla pensione di anzianità e paletti meno rigidi per quella di
vecchiaia. Un’operazione che farebbe sparire tutti i risparmi dell’intera
riforma, che ammontano più a meno a 20 miliardi di euro ogni anno.
L’esito più probabile è il giudizio di inammissibilità
Tuttavia, il pronostico più accreditato dagli esperti è un giudizio di
inammissibilità da parte dei giudici. Sebbene la Riforma Fornero non sia stata
inserita all’interno della legge di Stabilità, infatti, è probabile che venga
considerata comunque una “legge di bilancio”, senza possibilità di
consultazione referendaria (così come per le leggi tributarie o i Trattati
internazionali). Se così non fosse, gli italiani sarebbero chiamati alle urne
probabilmente già nella prossima primavera.
inammissibilità da parte dei giudici. Sebbene la Riforma Fornero non sia stata
inserita all’interno della legge di Stabilità, infatti, è probabile che venga
considerata comunque una “legge di bilancio”, senza possibilità di
consultazione referendaria (così come per le leggi tributarie o i Trattati
internazionali). Se così non fosse, gli italiani sarebbero chiamati alle urne
probabilmente già nella prossima primavera.