Parla Gabrielli: “Polizia non è di Salvini o Lamorgese ma del Paese. Non c’è correlazione tra inefficienza fondina e tragedia a Trieste”
La Polizia ha diffuso alcune immagini della sparatoria alla Questura a Trieste, in cui sono morti gli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. Nei frammenti del video si vede Alejandro Stephan Meran, in fuga dalla Questura con due pistole in mano, mentre spara colpi all’altezza uomo verso il piantone e poi una volta fuori tenta di tentare di aprire la portiera di una volante. Poi si ripara dietro le auto parcheggiate.
Sulla vicenda è intervenuto a ‘L’aria che tira’ su La7 il capo della Polizia Franco Gabrielli : “Ho passato 15 mesi a spiegare che la Polizia non è di Salvini o della mia cara amica e collega Lamorgese. È un’istituzione del Paese e se la lasciamo al riparo da queste etichettature facciamo un piacere al Paese ”.
“Non c’è correlazione tra l’ipotetica inefficienza della fondina e l’episodio che ha visto la morte dei colleghi”, ha detto Gabrielli. Il tema degli approvvigionamenti “esiste comunque, perché abbiamo finanziamenti schizofrenici e siamo perennemente in affanno”.
Quello che è successo, ha spiegato il capo della polizia, “appartiene all’ambito dell’imponderabile che c’è anche nel nostro lavoro. Quando si esercita un pietoso giudizio negativo sull’operato di questi ragazzi, ci si dimentica del contesto”. “Si parla – ha spiegato – di una persona che aveva rubato un motorino”, non di una cosa più grave.
Da Gabrielli “un plauso ai colleghi della Questura di Trieste. Abbiamo pagato un prezzo altissimo, ma la professionalità dei colleghi di Trieste ha impedito che la dimensione della tragedia fosse molto più ampia. L’assassino aveva due pistole in mano e a 150 metri dalla questura c’è piazza dell’Unità d’Italia e se l’assassino l’avesse raggiunta avremmo pagato un prezzo più alto”.
Intanto è chiusa la polemica social che ha visto protagonisti Lo chef Rubio e Gianluca Demenego, il fratello di Matteo, uno dei due poliziotti uccisi nella sparatoria di venerdì.