Carabinieri

IL DISCORSO DEL COL. OTTAVIANI SPOPOLA SUL WEB: “CONDIVIDO LE FRUSTRAZIONI DEI MIEI CARABINIERI, PERCHÉ GLIELO DEVO, PERCHÉ NON RISCHIO IN STRADA CON LORO, MA IO LA FORZA DI DARE VOCE A LORO”

Celebrato anche a Cosenza il 203esimo anniversario della fondazione dell’Arma dei carabinieri. Consegnati anche riconoscimenti per l’impegno profuso nei recenti blitz che hanno decapitato le cosche del Tirreno cosentino. Un discorso quello del colonnello Fabio Ottaviani, comandante provinciale di Cosenza, che spopola sul web, ancora oggi a distanza di quasi una settimana, con migliaia di visualizzazioni e condivisioni. Vi riproponiamo il video ed il testo delle parole del Colonnello.

  

“Un settore importante che abbiamo deciso di esaminare e rivitalizzare, è l’attività di iniziativa, ovvero l’attività che svolgiamo in fragranza di reato, che ci porta davanti al cittadino nel momento più drammatico cioè quando il cittadino ci chiama perché ha appena subito un reato e noi in quel momento siamo la risposta dello Stato. Lo Stato porta la nostra divisa nel momento più drammatico. L’attività in flagranza segnala un calo fisiologico da anni, dovuto essenzialmente ad un impianto legislativo che vuole considerare un estrema ratio il fatto che le forze dell’ordine intervengano e conducano un soggetto che ha commesso un reato in carcere prima che intervenga un provvedimento dell’autorità giudiziaria.

Ci siamo sforzati, comunque, di dare una risposta ai cittadini, perché voi dovete capire che quando un cittadino chiama vuole una risposta, e la vuole subito e la capacità di dare una risposta immediata qualifica l’efficacia e la fiducia che i cittadini poi riporranno in questo Stato. Non v’è dubbio che la risposta definitiva deve arrivare in altre sedi e non saremo noi a darla, ma a volte rischia di arrivare magari a distanza di anni, dopo che il cittadino ha perso un’attività, è rimasto solo e probabilmente quello indurrà il cittadino, un domani, non a rivolgersi allo Stato ma ad altre organizzazioni parallele per risolvere i problemi della vita quotidiana.

Noi dobbiamo evitare che un cittadino a cui hanno rubata un’autovettura anziché venire da noi a denunciare se ne vada dal referente di zona della criminalità organizzata e paghi i suoi mille euro per farsi ridare l’autovetttura, noi dobbiamo evitare che un commerciante anziché chiamare noi quando qualcuno gli va a chiedere il pizzo si rivolga poi a chi gli da una sicurezza più immediata. Capite che la sfida è complessa.

La maggior parte dei nostri interventi si conclude con l’immediata rimessione in libertà dei soggetti e questa ha un effetto devastante sulla percezione di sicurezza del cittadino, è devastante vedere la vittima che rimane in caserma con i carabinieri a compilare tonnellate di atti ed il delinquente se ne torna a casa.

Permettermi di trasmettere questo punto di riflessione perché noi qui rischiamo di perdere la battaglia fondamentale, ci devono spiegare come il cittadino può fondare la fiducia nello Stato allorquando il carabiniere interviene ed il delinquente se ne va a casa, parliamo della flagranza, del momento in cui il reato si compie e la prova è evidente.

Voi direte, perché un Comandante Provinciale alla festa dell’Arma, affronta un argomento così spinoso? Perché sarebbe troppo comodo per me riscuotere solo il positivo, pennacchi, fanfare, moto. Il mio personale tutti i giorni conduce una battaglia, si espone in prima persona e queste cose producono forte frustrazione, ma non solo nei carabinieri, la polizia condivide il nostro stesso destino, frustrazione degli appartenenti alle forze dell’ordine significa che poi, queste persone, si demotivano.

Nei paesini della Calabria lo Stato siamo Noi, per cui se il cittadino percepisce la sconfitta, il carabiniere percepisce la sconfitta, c’è la sconfitta, poi per carità, dopo 10 anni arriverà una sentenza, quando ci saranno State forse 10 sospensioni condizionali e magari andremo a pescare un soggetto che è uscito  veramente dal percorso negativo.

Permettetemi di sottoporvi quelle che sono le frustrazioni che condividiamo quotidianamente, perché lo devo ai miei carabinieri, perché io non sto in strada con loro, non rischio con loro, ma io ho la forza di dare voce a loro, per cui quello che vi dico se vogliamo vincere la battaglia dobbiamo riflettere su queste criticità, perché io nel dibattito politico nazionale non vedo questi problemi, ma vedo percentuali, liste, proporzionali tedeschi, inglesi, francesi, non vedo i problemi della gente. Noi sulla strada parliamo con la gente, per cui la politica deve riscoprire il dialogo con le persone e capire veramente quali sono le esigenze dei cittadini. Perché se da una parte noi vediamo i cittadini che urlano disperati e dall’altra quello che ci impone la legge, vediamo un evidente discrasia, siccome la sovranità appartiene al popolo in una democrazia, c’è qualcosa che non quadra a prescindere. Signori io non ho una soluzione, la mia soluzione è quella di spingere i miei ufficiali, i miei carabinieri, a dare comunque una risposta al cittadino, per cui no interveniamo, se ci sono i presupposti arrestiamo, poi se quel delinquente non può finire in galera per motivi tecnici, ci rammarichiamo ma questo è un rischio grosso che noi tutti dobbiamo tenere presente.

Considerate – conclude il Colonnello Ottaviani – se la legge della strada prevale sulla legge dello Stato, lo Stato è finito per cui noi dobbiamo mettere in condizione le forze dell’ordine di dare la risposta al cittadino, una risposta che le forze dell’ordine possono dare e vogliono dare, ed in ogni caso comunque vada, noi saremo sempre al fianco della gente e faremo quanto in  nostro potere per garantire la sicurezza ai nostri cittadini.

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