OFFESE AD UN CARABINIERE MORTO IN AFGHANISTAN:“SEI VOLUTO ANDARE ALL’ESTERO, MÒ STATTI IN UNA TOMBA A SQUAGLIARTI. CHISSÀ QUANTI SOLDI GUADAGNAVA!”
Nuovi guai con la giustizia per Giuseppe Simone noto tra gli internauti salentini e non solo. I suoi video postati su Youtube sono virali e spesso fanno il giro del web diventando tra i più cliccati e i più commentati. E sempre per un filmato il 42enne di Neviano è finito sul banco degli imputati. Non è la prima volta. Agli inizi marzo Simone è stato condannato a 9 mesi per un video in cui offendeva una nota pornostar italiana. Questa volta nel mirino dell’internauta è finito Manuele Braj, un carabiniere di Collepasso deceduto a soli 30 anni il 25 giugno del 2012 in Afghanistan. L’accusa è di diffamazione aggravata su Internet. In giornata dinanzi al giudice Coppola è stata sentita la vedova del militare che, in alcuni passaggi, si è commossa nel ricordare il marito morto. Il processo è stato aggiornato al 24 giugno. Gli avvocati dell’imputato, i legali Giuseppe Corleto e Antonio Megha, hanno avanzato istanza di nominare un perito per accertare la capacità di intendere e di volere dell’imputato. Se il Tribunale non dovesse concedere la perizia ci saranno discussioni e sentenza.
Che cosa diceva esattamente nel video il “noto” internauta salentino?: “Ora io giorni fa ho comprato un giornale la Repubblica ok? E c’è stato un certo Manuele Braj di cui il nome è impresso sul giornale, sul giornale La Repubblica, guardate come era ben vestito, chissà quanti soldi guadagnava, chissà quanti soldi guadagnava. Guardate, guardate, era sposato e aveva una bambina da sei mesi, guardate che sorriso smagliante che aveva ah ah ah che bel posto che aveva, chissà che bel posto aveva, chissà quanti soldi guadagnava, è voluto andare all’estero e se l’è presa nel …., se l’è presa nel …., se l’è presa nel …., se l’è presa nel …., sei voluto andare all’estero, mò statti in una tomba a squagliarti.
Mò statti in una tomba a farti mangiare dai vermi, ok, ok, come la stragrande maggioranza dei terroni, guarda come era be vestito lui, chissà lo Stato al mese quanto gli passava a questo qui, eh eh guarda la repubblica è, questo si chiama Manuele Braj, faceva la vita da signore faceva, ai (hai ndr) voluto andare all’estero, perché non ti bastavano i soldi, te la sei presa nel …, ti sei presa una pallottola in testa ti sei presa una pallottola in testa, cazzi tuoi, questo discorso, questo discorso non vale solo per lui, vale per tutti quei terroni che voglio andare in missione di pace compreso mio cugino, vi piacciono i soldi, vi piacciono i soldi, andate all’esterno, andate all’esterno, però vi ricordo vi ricordo che la polenta la polenta vi fa ragionare, mangiate la polenta, mangiate la polenta e rimanete in Italia e rimanete in Italia, perché voi avete bisogno della polenta non dei soldi, perché come dice il proverbio chi si accontenta gode, e quello sta in una tomba questo qui sta in una tomba, mentre sua moglie sta al mare, mentre sua moglie sta al mare e chissà con quale bagnino, quello sta in una tomba a farsi mangiare dai vermi però lo ha voluto lui”. La moglie del soldato si è costituita parte civile con gli avvocati Paolo Cantelmo e Carmine Spoti. Alla memoria del carabiniere morto in un paese all’epoca dilaniato dalla guerra è stato dedicato nel dicembre del 2014 un momento dedicato alla sua memoria.
F.Oli. per il Corriere Salentino