Nsc, Carabinieri costretti a occupare alloggi di servizio
Alcuni carabinieri sarebbero costretti, in ragione dell’incarico ricoperto, di solito i comandanti di reparto e delle stazioni, “ad occupare (spesso fittiziamente) con aggravio di spese e quant’altro, degli alloggi di servizio di cui i militari non intenderebbero disporre”, avendo casa di proprietà o perché nelle condizioni di
raggiungere la propria abitazione nei comuni vicini entro limiti temporali stabiliti, come peraltro consentito dalla normativa sui dipendenti pubblici.
E’ la segnalazione che la segreteria regionale dell’Emilia-Romagna del Nuovo sindacato dei carabinieri, che ha inoltrato al competente ufficio dell’Arma una delibera sul tema, di cui sono già stati informati Comando Generale e al Ministero della Difesa.
Per Nsc succede quindi che l’alloggio assegnato a un comandante di stazione “venga occupato solo sulla carta dall’interessato, che deve peraltro pagare le bollette e le altre spese, pur sapendo che non alloggerà mai al suo interno.
Contestualmente il maresciallo in sottordine della medesima stazione, per il quale non è previsto alcun alloggio di servizio, è costretto a ricorrere al libero mercato, pagando elevate somme per locare un appartamento per sé e la propria
famiglia”.
La conseguenza è che “a fronte di una casa vuota e una caserma non presidiata c’è un militare che paga consistenti somme per il proprio alloggiamento”.
La normativa, ricorda il sindacato “prevede la possibilità di cedere gli alloggi non occupati dal titolare del diritto ad altri militari. Utopia!
L’amministrazione non cede tali appartamenti, da un lato perché pensa di poter ‘costringere‘ i titolari della concessione ad occupare l’alloggio, dall’altro per la paura che l’assegnatario temporaneo, alla richiesta di restituzione dell’immobile, non ottemperi”.