“Non è reato invocare il giudizio divino”. Assolto dall’accusa di minacce ai carabinieri
La Corte d’Appello di Perugia ha assolto un cittadino albanese accusato di minaccia nei confronti di un carabiniere che gli aveva elevato una multa per violazione del codice della strada.
I fatti risalgono a qualche tempo fa, quando l’uomo, dopo aver ricevuto la sanzione, aveva protestato animatamente dicendo al militare: “Sei un razzista, con questa multa da pagare non posso comperare le scarpe a mio figlio, ma deve venire il giudizio di Dio”.
Il carabiniere aveva sporto denuncia e l’albanese era finito sotto processo con l’accusa di minaccia. In primo grado era stato condannato, ma ora in appello è arrivata l’assoluzione.
Secondo i giudici d’appello, l’accusa di razzismo mossa dall’imputato al carabiniere “è palesemente infondata e decontestualizzata”. Inoltre, il riferimento alle scarpe del figlio “non appare idoneo a coartare la libertà d’azione del pubblico ufficiale”.
Anche l’intenzione dichiarata di portare i militari in tribunale, per la Corte, “non costituisce di per sé una minaccia”. Infine, le frasi dal contenuto messianico (“deve venire il giudizio di Dio”) sono state giudicate semplici esagerazioni, non avendo fatto alcun cenno a violenze fisiche né avendole in alcun modo agite, che non integrano il reato di minaccia.
In sostanza, per i giudici le parole pronunciate dall’albanese, per quanto scomposte, non hanno mai assunto i connotati di una vera e propria minaccia. Da qui la scelta di assolverlo da ogni accusa.
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