NO EXPO. A COSTORO BISOGNEREBBE ASFALTARE IL CERVELLO
come un film già visto. Quattordici anni fa. A Genova. Al G8.
La Diaz e Bolzaneto sono state due pagine nere nella storia
delle forze di polizia ma nessuno, in questi quattordici anni, ha voluto
ricordare anche la violenza distruttrice delle frange estreme dei
manifestanti.
è andata esattamente come doveva andare: il May Day è stata la festa della
violenza, con tanto di retorica preparata sulla Milano ferita.
informative dei servizi di mezzo mondo, eppure attaccata impunemente con una
furia mai vista, una rabbia autolesionistica, vetrine spaccate, auto
vigliaccamente date alle fiamme, e non erano tutte Ferrari, quelle stavano al
riparo.
undici fermi, e undici feriti, ma
tra le forze dell’ordine, perché questa volta le regole d’ingaggio sembrano
chiare: evitare il contatto fisico con le tute nere, con quei
ragazzini con i cappucci e le facce da bambini, delinquenti? Può darsi,
sicuramente violenti, contro i quali la polizia, certamente innervosita, ha
agito con grande freddezza e intelligenza, nonostante qualche brillante penna
della stampa di centrodestra accusi poliziotti e carabinieri di aver lasciato
fare.
sfregio alla città si poteva evitare solo adottando i metodi del G8 di Genova e il ministro Alfano lo ha capito,
ha capito che poteva di nuovo scapparci il morto, e questo non
doveva accadere.
aver capito che i black-bloc non arrivano da Marte, erano al
corteo, neppure troppo in fondo, ma non parlano più la lingua del
popolo, le vecchie volpi della violenza hanno la coda tra le gambe, confusi
tra migliaia di manifestanti assolutamente non violenti.
unico, delirante credo: spaccare tutto e basta.
leccando le ferite, né il blocco nero che, sfilatosi i cappucci, si sta godendo
lo scempio, neppure il movimento non violento che potrebbe essere asfaltato nei
mesi a venire dalla polizia, in quanto il limite è stato superato.

