NAPOLITANO:NESSUNA UNIFICAZIONE, LE FORZE DI POLIZIA NON DEVONO CADERE IN UN VITTIMISMO DI CATEGORIA
Giusto ”sanzionare” quegli agenti che hanno violato le regole ma mai cadere in una sorta di depressione da categoria lasciandosi andare al ”vittimismo” perché le forze dell’ordine sono e saranno tutelate, e l’opinione pubblica e’ con loro. Questo e’ il cuore del messaggio che il presidente della Repubblica ha voluto trasmettere alla Polizia di Stato una cui delegazione, guidata da Alessandro Pansa, e’ stata ricevuta ieri al Quirinale.
Certo, il richiamo di maggiore attualita’ e’ dedicato a quella frangia di ultrà che ”si presenta con le spranghe, con le bombe-carta”, a chi ”attacca senza scrupolo anche sapendo di poter colpire molto gravemente, e chi incendia e devasta”. Per tutti questi lo Stato deve dimostrare ”intransigenza assoluta” perche’ i cittadini vanno difesi dall’illegalita’ e le citta’ italiane dal saccheggio e dal vandalismo.
Ma Giorgio Napolitano, dopo aver sottolineato che la Polizia, in queste settimane al centro di aspre polemiche, “merita rispetto ed il riconoscimento pieno” della sua funzione, ha lanciato una sorta di avvertimento a non buttare benzina sul fuoco: “guai ad alimentare un clima di diffidenza” verso la PS, ha scandito il capo dello Stato. Ecco perche’ e’ importante che alcuni “comportamenti scorretti ed abusivi” da parte di alcuni singoli agenti, che pur ci sono stati, vengano immediatamente sanzionati. Senza remore o coperture. E’ giusto, ha aggiunto Napolitano, ed anche “nell’interesse del corpo intervenire”.
Il presidente ha difeso con decisione l’esistenza di diverse forze per garantire l’ordine pubblico in Italia: si tratta di “un dato insopprimibile la pluralita’ delle forze di polizia, una forza di polizia a ordinamento militare e una forza di polizia a ordinamento civile come grandi forze a competenza generale, cosi’ come accade anche in Francia e Spagna”, ha spiegato dicendosi pienamente d’accordo con l’impegno di Pansa a “definire nuove regole di comportamento per i reparti e gli agenti in servizio di ordine pubblico”.
Nuove regole che serviranno comunque per fronteggiare quei pericolosi “focolai di violenza e dei nuclei di aggressività che rappresentano una minaccia per tutto l’ordinamento”. Ma anche, ha voluto aggiungere Napolitano, “una minaccia per i cittadini di Roma, per i cittadini di Torino, e cosi’ continuando”.
Infine una sorta di analisi sulle differenze tra ieri e oggi, partendo dal ricordo di quei terribili anni ’70 quando la protesta giovanile era protesta sociale e frange di quel movimento si avvicinarono pericolosamente al nascente terrorismo. Vero, oggi la società e’ sottoposta allo stress di una crisi senza precedenti. Ma in Italia non si sono viste le violenze che hanno colpito, ad esempio, la Grecia. “Non possiamo quindi considerare certe manifestazioni di illegalita’ in questi ultimi anni come espressione di una autentica protesta sociale: questa si e’ da noi – ha spiegato il presidente Napolitano – sempre contenuta in limiti compatibili con l’ordine pubblico e con la legge. Inoltre, non abbiamo nemmeno piu’, come si ebbe negli anni lontani che precedettero il terrorismo, un qualche movimento di contestazione diffuso tra le giovani generazioni come quello che poi negli anni ’70, entrò in conflitto, in vero e proprio scontro armato con le forze rappresentative dello Stato”. Allora avanti senza tentennamenti verso una Polizia sempre piu’ democratica, al servizio del cittadino, ”intransigente” verso i violenti e conscia che lo stato e l’opinione pubblica stanno con loro.
Certo, il richiamo di maggiore attualita’ e’ dedicato a quella frangia di ultrà che ”si presenta con le spranghe, con le bombe-carta”, a chi ”attacca senza scrupolo anche sapendo di poter colpire molto gravemente, e chi incendia e devasta”. Per tutti questi lo Stato deve dimostrare ”intransigenza assoluta” perche’ i cittadini vanno difesi dall’illegalita’ e le citta’ italiane dal saccheggio e dal vandalismo.
Ma Giorgio Napolitano, dopo aver sottolineato che la Polizia, in queste settimane al centro di aspre polemiche, “merita rispetto ed il riconoscimento pieno” della sua funzione, ha lanciato una sorta di avvertimento a non buttare benzina sul fuoco: “guai ad alimentare un clima di diffidenza” verso la PS, ha scandito il capo dello Stato. Ecco perche’ e’ importante che alcuni “comportamenti scorretti ed abusivi” da parte di alcuni singoli agenti, che pur ci sono stati, vengano immediatamente sanzionati. Senza remore o coperture. E’ giusto, ha aggiunto Napolitano, ed anche “nell’interesse del corpo intervenire”.
Il presidente ha difeso con decisione l’esistenza di diverse forze per garantire l’ordine pubblico in Italia: si tratta di “un dato insopprimibile la pluralita’ delle forze di polizia, una forza di polizia a ordinamento militare e una forza di polizia a ordinamento civile come grandi forze a competenza generale, cosi’ come accade anche in Francia e Spagna”, ha spiegato dicendosi pienamente d’accordo con l’impegno di Pansa a “definire nuove regole di comportamento per i reparti e gli agenti in servizio di ordine pubblico”.
Nuove regole che serviranno comunque per fronteggiare quei pericolosi “focolai di violenza e dei nuclei di aggressività che rappresentano una minaccia per tutto l’ordinamento”. Ma anche, ha voluto aggiungere Napolitano, “una minaccia per i cittadini di Roma, per i cittadini di Torino, e cosi’ continuando”.
Infine una sorta di analisi sulle differenze tra ieri e oggi, partendo dal ricordo di quei terribili anni ’70 quando la protesta giovanile era protesta sociale e frange di quel movimento si avvicinarono pericolosamente al nascente terrorismo. Vero, oggi la società e’ sottoposta allo stress di una crisi senza precedenti. Ma in Italia non si sono viste le violenze che hanno colpito, ad esempio, la Grecia. “Non possiamo quindi considerare certe manifestazioni di illegalita’ in questi ultimi anni come espressione di una autentica protesta sociale: questa si e’ da noi – ha spiegato il presidente Napolitano – sempre contenuta in limiti compatibili con l’ordine pubblico e con la legge. Inoltre, non abbiamo nemmeno piu’, come si ebbe negli anni lontani che precedettero il terrorismo, un qualche movimento di contestazione diffuso tra le giovani generazioni come quello che poi negli anni ’70, entrò in conflitto, in vero e proprio scontro armato con le forze rappresentative dello Stato”. Allora avanti senza tentennamenti verso una Polizia sempre piu’ democratica, al servizio del cittadino, ”intransigente” verso i violenti e conscia che lo stato e l’opinione pubblica stanno con loro.