Guardia di Finanza

Napoli, indagati 11 finanzieri per tangenti. Premi in Rolex, biglietti per il Napoli e viaggi di lusso per evitare i controlli in un’azienda

Nel 2019 era stato arrestato per una maxi evasione fiscale e condannato a tre anni e 10 mesi in primo grado. Oggi, l’imprenditore Luigi Scavone, ex patron della società di lavoro interinale Alma spa, è finito di nuovo nel mirino dell’Antimafia di Napoli, che gli contesta la corruzione di 11 militari della Guardia di finanza, a cui avrebbe assicurato soggiorni di lusso, biglietti per le partite di calcio del Napoli o per le gare di Motogp in cambio di un trattamento di «assoluto riguardo». Gli agenti, infatti, gli avrebbero garantito di non svolgere controlli fiscali e rivelare informazioni sensibili relative a indagini. Un’indagine, quella a carico di Scavone, che va avanti da tempo ed è nata sulla scorta della prima inchiesta per evasione fiscale. Durante l’analisi del suo telefono, infatti, gli inquirenti della procura e della Guardia di finanza si erano imbattuti in numerosi messaggi whatsapp scambiati dall’imprenditore con i finanzieri, da cui emergeva un contatto alquanto stretto.

 

Gli accertamenti successivi avrebbero confermato la «messa a disposizione» dei pubblici ufficiali nei confronti di Scavone, in particolare di un militare in servizio all’aeroporto di Capodichino, che avrebbe garantito la mancanza di controlli all’imprenditore ottenendo viaggi, crociere, auto noleggiate, Rolex e biglietti per le partite del Napoli. La Dda aveva chiesto già nei mesi scorsi l’arresto per l’imprenditore, un poliziotto e nove finanzieri, più due divieti di dimora per altri due ufficiali delle Fiamme Gialle, ma il gip non aveva concesso le misure. Il caso era stato poi impugnato dalla procura e il Riesame di Napoli aveva disposto i domiciliari per Scavone e la sospensione dal lavoro per cinque finanzieri. Ma anche in questo caso, le misure non erano state eseguite a causa di un ricorso in Cassazione.

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