Morte dei due agenti, il politicamente corretto italiano. “Collé, non lo ammanettare. Pure se è agitato, finisce che qualcuno ci filma col cellulare e finiamo sotto”
“Le manette solo in caso di “evidente e concreta pericolosità del soggetto”, altrimenti non vanno utilizzate. Anche se il “soggetto” è un fermato, come si dice in gergo. Le fascette in plastica? Per amor del cielo. Certo, le usano le polizie di tutta Europa. Ma in Italia, no. Sarebbe da fascisti.
Se li addestriamo a usare bene le armi, alla difesa personale, all’uso di nuove tecniche di immobilizzazione e “messa in sicurezza” stiamo allevando dei fanatici. Se usano le camere di sicurezza “senza che vi siano misure coercitive in atto” commettono un abuso. La verità è che la morte dei due agenti a Trieste è figlia di una mancata presa di responsabilità dello Stato italiano. Figlia del politicamente corretto, dell’abbandono, del “Collé, non lo ammanettare. Pure se è agitato, finisce che qualcuno ci filma col cellulare e finiamo sotto”. Perché, amici miei, non abbiamo superato un cazzo. Perché in Italia, dopo il ’45, ideologicamente, è stata alimentata la paura per la divisa. Nera, grigia, blu.
È pur sempre una divisa: deve essere odiata. Non piangeteli ora. Evitate alle famiglie questa ipocrisia. L’Italia è piena di Matteo e Pierluigi. Chi lavora con una divisa va aiutato da vivo. Non commiserato da morto” .
(Parole del grande giornalista Giancarlo Palombi che ringraziamo. Parole che descrivono la realtà perfettamente)