Militari: troppo alta la spesa per il personale. Tanti uomini, pochi mezzi e pochissimo addestramento
Il professor Michele Nones, Consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionali (IAI), ha spiegato in Commissione Difesa della Camera come è ripartita la spesa per la difesa.
“Se noi consideriamo questi valori – ha spiegato il professore mostrando alcune tabelle – ci accorgiamo che siamo ancora molto lontani da quello che è il modello ideale per un Paese come l’Italia, che ha una limitata spesa per la difesa (e con questo bisogna convivere) e ha un ruolo di potenza regionale; quindi, nello stesso tempo non ha le esigenze e le spese che può avere una potenza che abbia ambizioni mondiali.
Le percentuali sono molto semplici, noi dovremmo scendere per quanto riguarda il personale e puntare al 40 per cento (siamo al 60 per cento delle spese della funzione difesa); dovremmo puntare al 30 per cento per l’esercizio, il che significa soprattutto addestramento del personale, addestramento e manutenzione, e rimanere intorno al 30 per cento per quanto riguarda l’investimento.
L’unica percentuale giusta dal mio punto di vista è quella dell’investimento, sono le altre due che sono sballate. Questo vuol dire che o noi aumentiamo il totale, quindi destiniamo nuove risorse all’esercizio, oppure siamo costretti a porci il problema delle dimensioni dello strumento militare.
O diminuiamo il numeratore o aumentiamo il denominatore; siccome non mi sembra che ci siano chiari di luna per cui si può puntare nel breve periodo ad aumentare realisticamente il totale della spesa, dobbiamo puntare per forza a un contenimento delle dimensioni dello strumento militare, altrimenti l’investimento per uomo, quello che si calcola per vedere se il sistema stia funzionando, resta basso, e rischiamo di avere delle Forze armate come ci sono state durante il ventennio, tanti uomini e pochi mezzi, e soprattutto tanti uomini non addestrati, che è la cosa più grave.