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MILITARI SULLE SPIAGGE. DOPO LA MUNICIPALE LA DELEGA PASSA ALL’ESERCITO

Si avvicina l’estate e nelle città di mare prendono piede le prime polemiche sull’abusivismo commerciale e la sicurezza in spiaggia, un fenomeno che in alcune località turistiche assume connotati davvero preoccupanti. In pochi tra gli amministratori locali, sia a destra che a sinistra, hanno dato ascolto al tabloid tedesco Bild, che qualche giorno fa ha lanciato un allarme sul rischio di infiltrazioni terroristiche islamiche tra i cosiddetti vu’ cumprà che presidiano (fuori da ogni regola) le spiagge italiane. E’ quanto riporta Raffaele Porrisini ad italiaoggi.

Troppa paura di perdere consensi e prestare il fianco a un danno di immagine in termini turistici; meglio accusare certa stampa teutonica di soffiare sul fuoco inventandosi bufale.

Timore di attentati terroristici o meno, in Veneto c’è chi quest’anno ha intenzione di schierare l’esercito lungo la battigia. È il caso del Comune di Jesolo, lido veneziano, dove il sindaco Valerio Zoggia (sostenuto da una singolare alleanza composta da pezzi di Pdl, Pd e Udc) ha portato sul tavolo provinciale della sicurezza e dell’ordine pubblico la richiesta di poter contare sull’aiuto dell’esercito nel contrastare i fenomeni di criminalità e abusivismo commerciale che da quelle parti si impennano durante il periodo estivo. Non solo, il primo cittadino ha pure invocato un presidio costante del litorale da parte di unità cinofile e di gruppi interforze. Insomma, tra qualche mese sotto gli ombrelloni di Jesolo a fare compagnia ai bagnanti potrebbero esserci le camionette dell’esercito.

Scendendo lungo la costa adriatica, il tema della sicurezza in spiaggia tiene banco anche a Rimini. Nel capoluogo della Riviera romagnola da anni si discute su come mettere un freno all’abusivismo commerciale, e mentre nella vicina Riccione qualche risultato è stato ottenuto grazie soprattutto a un potenziamento dei vigili urbani con la creazione di un’apposita task-force, lo stesso non si può dire per la città felliniana.

Fino a 5 anni fa, nella giunta comunale di Rimini la delega alla Polizia municipale era stata affidata all’assessore Roberto Biagini, balzato agli onori delle cronache nazionali per le polemiche con i turisti che acquistavano merce contraffatta dai vu’ cumprà e protestavano contro le forze dell’ordine intervenute per allontanare gli abusivi; turisti che Biagini non ha mai avuto remore nel criticare anche con una certa durezza, infischiandosene di chi sosteneva che andassero trattati coi guanti altrimenti non tornavano a soggiornare in Romagna.

Quando però nel 2011 la poltrona di primo cittadino è passata all’ex bersaniano poi renziano Andrea Gnassi, Biagini è sì rimasto in giunta, ma senza più la pesante delega alla Polizia municipale. Non bastasse, adesso all’assessore sceriffo che amava partecipare in prima persona ai pattuglioni notturni delle forze dell’ordine contro il racket della prostituzione nel lungomare, è stato pure negato di ricandidarsi per il consiglio comunale all’interno della lista del Pd. Il motivo? Gnassi non lo vuole più. E la battaglia contro l’abusivismo commerciale e per una maggiore sicurezza in spiaggia perde uno dei suoi principali condottieri.

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