MILITARI E FORZE DI POLIZIA: BASTA CON LA LOGICA DEI “DIRITTI ACQUISITI E CHI SE NE FREGA DI CHI VIENE DOPO”
E’ iniziata l’era Boeri all’INPS. Finalmente i dati in
possesso dell’Ente Previdenziale saranno pubblici e tutti conosceranno e
saranno in grado di apprezzare gli effetti di anni di compromessi,
consociativismo ed irresponsabile gestione della previdenza.
possesso dell’Ente Previdenziale saranno pubblici e tutti conosceranno e
saranno in grado di apprezzare gli effetti di anni di compromessi,
consociativismo ed irresponsabile gestione della previdenza.
Un’intera classe
dirigente (politici, burocrazia, sindacati) ha cristallizzato a suo favore una
situazione che già si sapeva insostenibile, salvando le loro rendite e
scaricando i sacrifici (e debiti) sulle future generazioni. Il conflitto
generazionale sulla previdenza esiste e la questione verrà inevitabilmente
affrontata, non fosse altro perché tutti quei soggetti che fino a ieri
erano troppo giovani per sapere, per conoscere e per contare, oggi stanno
aprendo gli occhi e stanno arrivando ai vertici della politica, dei
sindacati e della burocrazia.
dirigente (politici, burocrazia, sindacati) ha cristallizzato a suo favore una
situazione che già si sapeva insostenibile, salvando le loro rendite e
scaricando i sacrifici (e debiti) sulle future generazioni. Il conflitto
generazionale sulla previdenza esiste e la questione verrà inevitabilmente
affrontata, non fosse altro perché tutti quei soggetti che fino a ieri
erano troppo giovani per sapere, per conoscere e per contare, oggi stanno
aprendo gli occhi e stanno arrivando ai vertici della politica, dei
sindacati e della burocrazia.
La fotografia scattata dall’INPS sui trattamenti
pensionistici del personale del comparto sicurezza e difesa (così come di altri
settori) è impietosa. Oltre il 90% dei pensionati del settore beneficia di un
trattamento economico ben superiore rispetto ai contributi versati.
pensionistici del personale del comparto sicurezza e difesa (così come di altri
settori) è impietosa. Oltre il 90% dei pensionati del settore beneficia di un
trattamento economico ben superiore rispetto ai contributi versati.
Il dato
fa scalpore ma non può e non deve sorprendere. E’ infatti ovvio che il combinato disposto tra il vecchio metodo
retributivo, i limiti ordinamentali, le vecchie modalità di accesso anticipato
e la struttura delle carriere e delle retribuzioni del comparto sicurezza e
difesa producesse questo tipo di risultato.
fa scalpore ma non può e non deve sorprendere. E’ infatti ovvio che il combinato disposto tra il vecchio metodo
retributivo, i limiti ordinamentali, le vecchie modalità di accesso anticipato
e la struttura delle carriere e delle retribuzioni del comparto sicurezza e
difesa producesse questo tipo di risultato.
Calcolare l’assegno di pensione sulla base degli
ultimi stipendi, a prescindere dai contributi effettivamente versati, nei
confronti di lavoratori che:
ultimi stipendi, a prescindere dai contributi effettivamente versati, nei
confronti di lavoratori che:
- avevano una vita
lavorativa sensibilmente inferiore rispetto a tutti gli altri lavoratori
per effetto dei c.d. “limiti ordinamentali” e delle finestre di accesso
anticipato alla pensione; - avevano una
struttura di carriera e di retribuzione legata principalmente alla mera
anzianità di servizio con scatti e promozioni negli ultimi anni/mesi/giorni
di carriera; - godevano di
importanti meccanismi di incremento dell’assegni pensionistici
(ausiliaria, privilegiata, sei scatti, 18%, ecc.),
comportava inevitabilmente un assegno di pensione
superiore ai contributi realmente versati.
superiore ai contributi realmente versati.
I dati pubblicati
dall’INPS, quindi, rappresentano un quadro
del tutto normale e perfettamente legittimo ma fotografano una
situazione figlia di un sistema che già da anni non esiste più. Le
riforme pensionistiche degli anni novanta, la riforma Fornero,
l’ultima legge di stabilità e l’atteggiamento più prudente delle commissioni
mediche per l’attribuzione delle cause di servizio, infatti, hanno già
di fatto corretto il sistema e determineranno la drastica riduzione
dello squilibrio tra assegni di pensione e contributi versati.
dall’INPS, quindi, rappresentano un quadro
del tutto normale e perfettamente legittimo ma fotografano una
situazione figlia di un sistema che già da anni non esiste più. Le
riforme pensionistiche degli anni novanta, la riforma Fornero,
l’ultima legge di stabilità e l’atteggiamento più prudente delle commissioni
mediche per l’attribuzione delle cause di servizio, infatti, hanno già
di fatto corretto il sistema e determineranno la drastica riduzione
dello squilibrio tra assegni di pensione e contributi versati.
Una
“correzione” che però sarà
pagata solo dal personale che andrà in pensione con il metodo misto
o interamente contributivo, perché dal 1992 ad oggi si è sempre ragionato secondo
la logica dei “diritti acquisiti e chi se ne frega di quelli che vengono dopo”.
“correzione” che però sarà
pagata solo dal personale che andrà in pensione con il metodo misto
o interamente contributivo, perché dal 1992 ad oggi si è sempre ragionato secondo
la logica dei “diritti acquisiti e chi se ne frega di quelli che vengono dopo”.
Allora dove reperire le risorse per incentivare la
crescita, aumentare la flessibilità in uscita e creare nuovi posti di lavoro?
Dove volete, malasciate stare le pensioni e gli stipendi di chi oggi è in
servizio. Noi abbiamo già dato e già non godiamo più di pensioni
squilibrate rispetto ai contributi versati.
crescita, aumentare la flessibilità in uscita e creare nuovi posti di lavoro?
Dove volete, malasciate stare le pensioni e gli stipendi di chi oggi è in
servizio. Noi abbiamo già dato e già non godiamo più di pensioni
squilibrate rispetto ai contributi versati.
Abbiamo
pagato in termini di pensione, per
effetto:
pagato in termini di pensione, per
effetto:
- dell’introduzione
del metodo contributivo: con gli stessi contributi percepiremo un assegno
di pensione molto inferiore; - dell’”annacquamento”
dei meccanismi di compensazione dei limiti ordinamentali: il “X5” ed il
ricalcolo del trattamento pensionistico a margine dell’ausiliaria valgono
molto di meno rispetto alle “supervalutazioni” del retributivo; - del congelamento
stipendiale e del blocco contrattuale: i contributi persi non ce li
restituirà nessuno; - del cambio di
atteggiamento delle Commissioni Mediche per l’attribuzione delle “cause di
servizio”: oggi accolta solo in caso di gravi e dimostrate patologie e
fino a qualche anno fa riconosciuta anche per un “brufolo”; - del mancato
adeguamento della struttura delle carriere e della retribuzione rimaste
ancorate a concetti come l’anzianità di servizio e la retribuzione fissa
premianti con il sistema retributivo e penalizzanti con il sistema
contributivo; - del mancato
allungamento dei limiti ordinamentali per adeguarli ai nuovi limiti
pensionistici: con il contributivo, infatti, bisogna lavorare più a lungo
per incrementare l’assegno di pensione ed essere sbattuti fuori prima
equivale ad un danno.
Abbiamo
pagato in termini di lunghezza della vita lavorativa, per effetto del metodo contributivo e della
modifica dei requisiti di accesso anticipato alla pensione: una volta si poteva
andare in pensione (con un assegno dignitoso) con meno di 26 anni di servizio
ed oggi per avere un assegno decoroso bisogna lavorare sino a 60 anni ed oltre.
pagato in termini di lunghezza della vita lavorativa, per effetto del metodo contributivo e della
modifica dei requisiti di accesso anticipato alla pensione: una volta si poteva
andare in pensione (con un assegno dignitoso) con meno di 26 anni di servizio
ed oggi per avere un assegno decoroso bisogna lavorare sino a 60 anni ed oltre.
Abbiamo
pagato in termini di stipendio per
effetto del congelamento contrattuale e del blocco stipendiale.
pagato in termini di stipendio per
effetto del congelamento contrattuale e del blocco stipendiale.
Non
intendiamo più pagare per tutti i danni prodotti dagli errori,
dall’irresponsabilità e dalle “furbate” fatte dalle precedenti
generazioni! Se i “diritti
acquisiti” esistono, allora devono esistere per tutti e non si può continuare a
pretendere che esistano solo per chi è già andato in pensione o chi si è
assicurato (non curandosi di chi veniva dopo) un trattamento pensionistico
ingiustificato e finanziariamente insostenibile (a partire da politici,
maxi-dirigenti, sindacalisti, ecc.).
intendiamo più pagare per tutti i danni prodotti dagli errori,
dall’irresponsabilità e dalle “furbate” fatte dalle precedenti
generazioni! Se i “diritti
acquisiti” esistono, allora devono esistere per tutti e non si può continuare a
pretendere che esistano solo per chi è già andato in pensione o chi si è
assicurato (non curandosi di chi veniva dopo) un trattamento pensionistico
ingiustificato e finanziariamente insostenibile (a partire da politici,
maxi-dirigenti, sindacalisti, ecc.).
E’ il
caso che anche la Corte Costituzionale ne prenda finalmente atto!
caso che anche la Corte Costituzionale ne prenda finalmente atto!
Vedremo se il prossimo 23 giugno, quando dovrà
decidere sul blocco dei contratti, continuerà a ritenere legittimo qualsiasi
taglio alle retribuzioni del personale in servizio o userà la stessa
“sensibilità” mostrata (in maniera sistematica e consolidata) rispetto a
qualsiasi tipo di taglio delle pensioni retributive.
decidere sul blocco dei contratti, continuerà a ritenere legittimo qualsiasi
taglio alle retribuzioni del personale in servizio o userà la stessa
“sensibilità” mostrata (in maniera sistematica e consolidata) rispetto a
qualsiasi tipo di taglio delle pensioni retributive.