Marina militare

Militare morto per tumore, condannato il ministero della Difesa

Il mesotelioma gli fu diagnosticato nella primavera del 2005: nel gennaio 2009, dopo la sua morte avvenuta a Vasto, la malattia è stata riconosciuta come dipendente da causa di servizio, e nel 2011 si è aggiunta anche l’equiparazione alle vittime del dovere.


Il Tar del Lazio ha condannato il ministero della Difesa a risarcire con 320 mila euro la famiglia del capitano di vascello del Genio navale, Francesco Paolo Sorgente, originario di Vasto (Chieti), morto a soli 65 anni per un mesotelioma pleurico causato dall’esposizione all’amianto.

Il militare è stato impiegato nelle diverse unità navali della Marina Militare, tra cui le navi Freccia, Saetta, Cavezzale, i sommergibili Cappellini, Toti, Morosini, Torricelli, oltre che in diverse basi arsenalizie: il militare sarebbe stato esposto per 34 anni ad amianto e ad altri cancerogeni.

Il mesotelioma gli fu diagnosticato nella primavera del 2005: nel gennaio 2009, dopo la sua morte avvenuta a Vasto, la malattia è stata riconosciuta come dipendente da causa di servizio, e nel 2011 si è aggiunta anche l’equiparazione alle vittime del dovere. L’esposizione del marinaio a sostanze cancerogene e la mancata informazione sui rischi hanno spinto la famiglia del militare a puntare il dito contro il ministero della Difesa. Di qui l’azione risarcitoria seguita da Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto.

 

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