Militare ferito dallo sparo di un collega, è vittima del dovere dopo 40 anni: «Come una scossa elettrica ogni 15 minuti»
Nel mondo delle storie di coraggio e perseveranza, quella di Roberto Zaccaria, un ferrarese di 61 anni originario di Tresigallo, è destinata a lasciare un segno indelebile. La sua vita è stata segnata da un tragico incidente avvenuto il 13 ottobre 1982, quando era una giovane recluta della Marina Militare. Questo incidente, causato da un colpo di moschetto accidentale, lo ha trasformato in un “vittima del dovere”, un riconoscimento finalmente ottenuto grazie alla sentenza della Corte d’Appello di Bologna.
Roberto Zaccaria iniziò la sua carriera militare a soli 17 anni, un giovane con la voglia di servire il suo paese. Tra il 1980 e il 1983 lavorò diligentemente nelle fila della Marina Militare. Tuttavia, il destino gli riservava un evento drammatico che avrebbe cambiato il corso della sua vita.
L’incidente che lo ha segnato per sempre
Il giorno in cui la tragedia colpì, Zaccaria stava svolgendo attività di sorveglianza presso il deposito Maricommi Pagliari di La Spezia. Questo deposito, uno dei principali fornitori dell’arsenale militare e delle unità navali della Marina, era il suo luogo di lavoro. Durante una procedura di routine per il controllo delle armi, un suo commilitone commise un gesto inaspettato, innescando accidentalmente un colpo di moschetto. Il proiettile lo colpì all’inguine da una distanza di appena 40 centimetri, causandogli gravi ferite.
Roberto Zaccaria, parlando di quel terribile giorno, ricorda: “Tutt’ora vedo il bossolo che viene espulso dall’otturatore, il fumo dalla canna. È qualcosa che ti lascia il segno per sempre”. Inizialmente, la lesione subita venne considerata di lieve entità, e fu riconosciuta solo come una conseguenza del servizio militare. Tuttavia, nel 2015, la sua condizione peggiorò quando gli fu diagnosticata la sindrome dolorosa regionale complessa.
Una sofferenza quotidiana
Questa sindrome ha trasformato la vita di Zaccaria in un’agonia quotidiana. Descrive il suo dolore come “una scossa elettrica che attraversa il corpo ogni 10-15 minuti”. Nonostante le difficoltà, ha lottato per ottenere il riconoscimento come vittima del dovere. Nel 2019, il suo primo tentativo fu respinto, e il fatto fu considerato prescritto. Non si è però dato per vinto e ha deciso di rivolgersi all’Osservatorio Vittime del Dovere e all’Osservatorio per l’Amianto, presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni.
La sua tenacia ha portato alla vittoria il 18 maggio 2021, quando il tribunale di Ferrara lo ha dichiarato in primo grado “vittima del dovere”. Nonostante questa vittoria, i Ministeri della Difesa e dell’Interno hanno impugnato la decisione, cercando di negare a Zaccaria i benefici che gli spettavano. Tuttavia, la giustizia ha trionfato una seconda volta con la recente sentenza della Corte d’Appello di Bologna.
La Corte ha confermato il suo status di vittima del dovere e ha stabilito un risarcimento di 60mila euro. Inoltre, Zaccaria riceverà due assegni vitalizi mensili di circa 250 euro ciascuno, gli arretrati dal 2019 e due annualità di pensione. Questi benefici rappresentano una forma di riparazione per un uomo che ha lavorato instancabilmente per lo Stato e per la comunità, subendo un grave incidente sul luogo di lavoro che potrebbe peggiorare ulteriormente con il passare degli anni.
L’avvocato Ezio Bonanni ha commentato soddisfatto questa vittoria, affermando che è un modo per “restituire un po’ di giustizia a un uomo che ha lavorato per lo Stato e per la comunità e che proprio sul posto di lavoro ha contratto un’infermità che negli anni potrebbe aggravarsi ulteriormente”. La storia di Roberto Zaccaria è un esempio di resilienza e determinazione, e dimostra che la perseveranza può alla fine portare alla giustizia.
Questa sentenza non solo riconosce il sacrificio di Zaccaria ma getta anche una luce sulle sfide e le battaglie che molte vittime del dovere affrontano per ottenere il riconoscimento e i benefici che meritano. Speriamo che questa storia possa ispirare altre persone che si trovano in situazioni simili a non arrendersi e a lottare per i loro diritti.
Cosa aspetti?
Al costo di meno di un caffè al mese potrai leggere le nostre notizie senza gli spazi pubblicitari ed accedere a contenuti premium riservati agli abbonati – CLICCA QUI PER ABBONARTI