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MEZZI VECCHI E A PEZZI: ECCO LO SFASCIO «115». UN’AUTO GRU OGNI 500MILA ABITANTI

(di Silvia Mancinelli) – Autoscale vecchie di oltre trent’anni
riverniciate e sistemate mille volte per esser rimesse in strada. E se mancano
i soldi per aggiustarli, i mezzi restano abbandonati nei depositi e nelle
officine.

Mezzi d’epoca, tachimetri azzerati e già di nuovo arrivati a segnare
300mila chilometri fa tra incendi, allagamenti e situazioni come sempre di
assoluta emergenza.
I vigili del fuoco, che ogni anno effettuano solo a Roma e provincia
50mila interventi tra roghi, allagamenti e incidenti stradali, continuano a
tirare una coperta sempre più corta, tagliata, ricucita e rattoppata fino a
minare un servizio fondamentale per la cittadinanza. «Non si riesce più a
fronteggiare adeguatamente l’emergenza – conferma Rossano Riglioni, segretario
provinciale Conapo -. È urgente un rinnovo del parco auto, per questo
chiediamo di veicolare le risorse, per quante poche siano, su chi fa soccorso
h24
».
Duecentodieci uomini in servizio ogni turno (dodici ore ognuno) devono
far fronte ad emergenze d’ogni tipo, aprendo la strada alle altre forze
dell’ordine alle quali poi spetterà rivelare l’incidente di turno o indagare
sulle responsabilità di un incendio, di un albero caduto in mezzo ad una
strada, di un tentato suicidio, del ripescaggio in acqua di un corpo. Tutto
questo contando su tre o quattro autoscale in città e altrettante fuori il
Grande Raccordo Anulare: una a Civitavecchia, una a Ostia e una a Pomezia.
I mezzi in grado di estendersi fino a 50 metri di altezza, hanno
attualmente 28, 18, 16, 10 e 9 anni.
L’ultima autoscala assegnata a Roma è infatti del 2005 e ha già passato i
300mila chilometri. In officina oltre 20 mezzi, tra autopompe serbatoio,
autoscale e autobotti aspettano un pezzo di ricambio o una manutenzione da
tempo immemore: due hanno «compiuto» 33 anni.
Le APS, autopompe serbatoio, utilizzate per spegnere gli incendi, sono
per tutta Roma e provincia 30, un decimo le autogru che servono a rimuovere gli
alberi caduti in strada o i mezzi pesanti coinvolti in incidenti e solo un
carro teli, a Ostiense, per parare il volo di un aspirante suicida. Diciotto
autobotti e 11 autopompe serbatoio, distribuite nuove in tutta Italia per
rinforzare il parco mezzi, si sono recentemente ribaltate nel giro di poco
tempo. In alcuni casi al prezzo della vita dei vigili a bordo.
Dieci i morti in servizio dal 2000, 50 i feriti e Roma ha la maglia nera
con 13 sinistri stradali ogni 10mila interventi, soprattutto con le autopompe
serbatoio.
Con i mezzi vecchi e non sostituibili succede che i tempi di arrivo sui
posti si allunghino a spese della vittima di un incidente, intrappolata tra le
lamiere, di una persona bloccata in un appartamento in fiamme o in macchina
sotto un cavalcavia allagato, solo per citare qualche esempio. I pompieri della
Capitale, i primi a dover arrivare su un posto, impiegano in media 14 minuti a
raggiungere il luogo della chiamata dalla loro sede, secondi solo ai colleghi
della Basilicata e del Molise.
Senza pensare all’ipotesi di un guasto, piuttosto frequente per mezzi
pesanti e il più delle volte anni Ottanta. L’estate scorsa Roma è trascorsa con
una sola autoscala in servizio.

Situazione che potrebbe ripresentarsi la notte di San Silvestro, quando
il rischio incendi è alle stelle ma la condizione delle risorse per
fronteggiarli decisamente alle stalle.

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