Mazzette per entrare nelle forze dell’ordine. Quiz consegnati in anteprima tramite pen drive
La Guardia di Finanza sta eseguendo otto misure cautelari quasi tutte nei confronti di pubblici ufficiali, tra cui un viceprefetto: secondo le accuse avrebbero percepito denaro per alterare l’esito di concorsi nelle forze dell’ordine.
L’indagine, denominata “Par condicio”, è coordinata dal procuratore della Repubblica di Benevento, Aldo Policastro.
Circa 250 militari della Finanza stanno notificando tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, due agli arresti domiciliari, due sospensioni da pubblici uffici o servizi e un obbligo di dimora. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio.
Tra i destinatari delle misure vi sono un viceprefetto in servizio al ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco – tre funzionari, uno in pensione e due attualmente in servizio, del comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Benevento e Venezia, un militare dell’Arma dei Carabinieri, un militare della Guardia di Finanza e un agente della Polizia di Stato.
Secondo la Procura avrebbero percepito da candidati di concorsi pubblici o dai loro genitori – ma anche da aspiranti candidati di concorsi pubblici non ancora pubblicati – ingenti somme di denaro per determinarne gli esiti e così far accedere i concorrenti nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, nella Polizia di Stato, nell’Arma dei Carabinieri e nella Guardia di Finanza. Ben cinquanta gli episodi di corruzione emersi finora.
I tre arrestati, che per comunicare provvedevano anche ad attivare utenze mobili “dedicate”, spesso intestate a cittadini stranieri o estranei al proprio nucleo familiare, dal novembre del 2019 detenevano, con notevole anticipo ed in maniera illecita, parte della banca dati che avrebbe costituito la prova preselettiva di un concorso per l’accesso nel Corpo dei pompieri di imminente indizione: i quiz contenuti in una pen drive venivano quindi consegnati – dietro pagamento di ingenti somme di denaro – agli aspiranti candidati, in quello che è stato ribattezzato un vero e proprio ”mercato delle pennette”.
Per consegnare le pen drive, i due funzionari del Comando Provinciale di Benevento hanno violato, a marzo e aprile, anche i divieti imposti dalla gravissima emergenza sanitaria in corso. In un’occasione uno di essi è anche andato a Napoli insieme a un altro funzionario dei Vigili del Fuoco, con una autovettura di servizio, facendo affidamento sull’impossibilità di essere sottoposti a controllo stradale. Prima del blitz, il sodalizio era operativo e stava programmando di interferire su due concorsi per l’accesso nei Vigili del Fuoco di prossima pubblicazione.
Durante le perquisizioni domiciliari nelle abitazioni degli indagati, gli inquirenti hanno trovato ingenti somme in contanti, ritenute profitto dell’attività illecita. In particolare, nella casa romana del Vice Prefetto sono stati trovati 45mila euro in contanti, nascosti sotto il battiscopa di un mobile della cucina. Nel garage dell’abitazione del funzionario attualmente in servizio presso i Vigili del Fuoco di Benevento, sono stati trovati invece 48mila euro in contanti, mentre in un armadietto del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Benevento, all’interno di un armadietto senza nome, veniva sequestrato l’importo di 156mila euro in contanti, celati in un borsone in cui era sovraimpresso il cognome dell’arrestato. Ancora: nell’abitazione di uno dei figli del funzionario dei vigili del fuoco in pensione arrestato sono stati sequestrati 35mila euro, sempre in contanti.