Esercito

Masiello e il nuovo soldato del Terzo Millennio: l’Esercito italiano cambia pelle


Una rivoluzione silenziosa: la nuova identità del militare italiano

Non è più il tempo delle trincee e dei carri armati come icone uniche della guerra. Oggi il volto del soldato del Terzo Millennio è quello di una figura ibrida, che unisce competenze tecnologiche, rapidità decisionale e visione filosofica. Il Generale Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, disegna con lucidità questo nuovo identikit. Un’identità che non si limita più alla dimensione militare, ma che diventa parte integrante del sistema-Paese.

“La guerra non riguarda solo i militari. Riguarda l’Italia intera” – un’affermazione forte, che sposta il baricentro del dibattito nazionale su un piano più profondo: quello della coesione tra Forze Armate, opinione pubblica e istituzioni democratiche.


Tecnologia e velocità: la sfida dell’adattamento

Il tempo è una variabile decisiva. Le minacce asimmetriche e ibride avanzano più in fretta dei processi decisionali delle democrazie occidentali. Il rischio? Prepararsi a combattere le guerre di ieri. L’Esercito Italiano si sta adeguando agli standard della guerra russo-ucraina, ma secondo Masiello guardare solo a quel modello significa rimanere ancorati al passato.

Le prossime sfide arrivano dall’Africa all’Artico. Richiedono visione strategica, pianificazione dinamica e capacità di anticipazione.


Droni, cyberwarfare e guerra cognitiva: il nuovo campo di battaglia

Nel conflitto in Ucraina si combatte su tre fronti:

  • Convenzionale: trincee, mine, fuoco nemico.
  • Tecnologico: l’era dei droni militari, ora utilizzati anche per attacchi offensivi ed elettronici.
  • Cognitivo: propaganda, disinformazione, manipolazione dell’opinione pubblica occidentale.

Non basta più dominare il terreno. Occorre difendere e attaccare nello spazio digitale, dove si decidono esiti e percezioni. L’Italia, su questo fronte, ha fatto significativi passi avanti, sviluppando capacità cibernetiche ed elettromagnetiche d’avanguardia, come il sistema “Dome”, una cupola digitale che protegge i reparti militari da interferenze e attacchi ai sistemi di comunicazione.


Procurement, industria e decisioni: il tallone d’Achille da risolvere

Secondo il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il vero nemico interno si chiama lentezza burocratica. I processi di approvvigionamento sono incompatibili con i ritmi dell’industria moderna e dei conflitti contemporanei.

«La velocità del procurement è una capacità operativa. Non possiamo più permetterci ritardi strutturali», ha ribadito il Ministro.

È in questo contesto che nasce la necessità di un rapporto sinergico tra Difesa e industria della Difesa, con una governance più snella, processi decisionali più rapidi e un collegamento diretto tra esigenze operative e capacità produttive.


Leadership distribuita: quando l’iniziativa salva vite

Il campo di battaglia moderno richiede comandanti flessibili e soldati autonomi. In Ucraina sono spesso i più giovani a sviluppare droni artigianali, software bellici e tattiche digitali che cambiano gli equilibri.

L’Italia si prepara a superare l’accentramento decisionale per valorizzare l’iniziativa diffusa, soprattutto nei livelli operativi più bassi. L’empowerment dei sottufficiali e dei giovani ufficiali diventa leva strategica.


La filosofia come strumento operativo

Sì, la filosofia entra nei programmi di formazione militare. Non per citare Platone sotto le bombe, ma per allenare il pensiero critico. Secondo il Generale Masiello, “le idee non hanno gradi”: è tempo di formare ufficiali capaci di ragionare lateralmente, rompere schemi e anticipare l’imprevedibile.

Filosofia e tecnologia diventano così i due cardini su cui costruire l’intelligenza operativa del futuro.


Un esercito che pensa, innova e protegge

Il soldato del Terzo Millennio non è solo un guerriero. È un sistema integrato, un cervello operativo, un custode digitale, un pensatore strategico. La trasformazione dell’Esercito Italiano non è un semplice ammodernamento: è una rivoluzione culturale e strutturale.

Il futuro della sicurezza nazionale non si gioca solo sui campi di battaglia, ma nella capacità di prevedere, innovare e reagire. Come sottolinea Masiello, il mondo cambia a velocità vertiginosa. E per proteggere la democrazia, non basta la forza. Serve visione. Serve pensiero.


Difesa italiana: potenza di fuoco o illusione di carta?

📌 Due inchieste imperdibili di Infodifesa mettono sotto la lente la reale efficacia del nostro sistema militare:

🛑 Ma non è tutto.
Infodifesa si prepara a pubblicare un’inchiesta speciale sulle addettanze militari, un settore strategico e spesso invisibile ai riflettori. Un lavoro di approfondimento sul quale abbiamo chiesto un parere diretto anche al Ministro Crosetto.

👉 Restate sintonizzati: arriveranno rivelazioni scottanti.

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