MARO’ DOPO DUE ANNI NESSUN CAPO DI IMPUTAZIONE. SOLUZIONE ENTRO DUE SETTIMANE
autorizzato l’uso della legge antipirateria (il Sua Act), che prevede fino alla
pena di morte, come chiesto dalla polizia speciale che indaga sui marò.
sostiene il Times of India, secondo cui tuttavia la polizia, precisa la fonte,
“aspetterà il verdetto della Corte Suprema” sul ricorso dell’Italia. Quello
che fa fede per noi è ciò che dirà la Corte Suprema” e non “quello
che dicono fonti generiche che appaiono sulla stampa” ha poi commentato
l’inviato del governo Staffan de Mistura sulla possibilità che l’India abbia
autorizzato la legge antiterrorismo.
La Corte suprema indiana: soluzione entro 2
settimane – Proprio oggi 20 gennaio, in
una breve seduta, durata una decina di minuti, i giudici della Corte suprema
hanno esaminato il ricorso presentato dall’Italia contro i ritardi dell’avvio
del processo ai due fucilieri di Marina Salvatore
Girone e Massimiliano
Latorre e hanno sollecitato il governo di New Delhi a trovare una
soluzione entro due settimane allo stallo.
Non sono ancora stati presentati i capi di imputazione – Nell’illustrare
brevemente il ricorso davanti al tribunale numero 4, l’avvocato Mukul Rohatgi,
che guida il team legale dei marò, ha denunciato il grave ritardo del caso.
“Lo scorso gennaio – ha detto – la Corte Suprema aveva ordinato la
costituzione di un tribunale speciale che doveva riunirsi su base quotidiana,
ma dopo un anno non sono stati neppure presentati i capi di imputazione”. Il
legale ha anche ricordato che sono passati quasi due anni dall’arresto dei due
marò e che la polizia speciale Nia si è rivolta a un tribunale diverso da
quello che era stato stabilito lo scorso anno per trattare il caso.
Udienza rinviata al 3 febbraio –L’Attorney General (rappresentante
legale del governo), Goolam E. Vahanvati ha replicato ammettendo che
“esiste un conflitto di opinione all’interno dell’amministrazione”
riferendosi alle divergenze emerse tra Ministero degli Esteri e quello degli
Interni sull’applicazione della legge antiterrorismo ‘Sua Act’ da parte della
polizia Nia incaricata di condurre le indagini. Di fronte alle pressioni del
team legale italiano, Vahanvati ha poi detto di “avere bisogno di più
tempo per conciliare le posizioni”.
Il giudice B.S. Chauhan, che presiedeva la sezione insieme al collega J.
Chelameswar, ha accolto l’obiezione e ha chiesto al governo di ripresentarsi il
3 febbraio con una soluzione.
Bonino: “Tutte le opzioni sul tappeto” – La diplomazia
italiana intanto porta avanti il pressing sulle autorità. “Tutte le opzioni sono sul tappeto, anche quelle più di pertinenza della
Ue” nei confronti dell’India” ha dichiarato il ministro
degli Esteri Emma Bonino, arrivando al Consiglio esteri. “Se a due anni
dai fatti non si è neanche in grado di stabilire un capo d’accusa, è evidente
che questa è una violazione di qualunque idea di giustizia adeguata” ha
detto, definendo “inaccettabile” l’applicazione della legge indiana
sulla pirateria che comporterebbe l’inversione dell’onere della prova”.