MARINA NON PAGA BOLLETTE PER 18 MILIONI. INQUILINI SENZA GAS PER UN MESE
(di Rino Cole) – Bollette non pagate per quasi 20 milioni di euro. A tanto è
arrivato il debito della Marina Militare di Taranto nei confronti
dell’Enel che a fine novembre si è decisa a tagliarle la fornitura
di gas.
Peccato che a farne le spese siano state le oltre cento
famiglie di pensionati e militari in servizio che abitano gli
appartamenti delle palazzine sopra la Base Navale della città
nonostante avessero regolarmente pagato quanto dovuto per le
utenze ogni mese insieme all’affitto, dato che, è stata una delle
giustificazioni, non si poteva intervenire sulla base stessa per la sua
funzione di pubblica utilità.
famiglie di pensionati e militari in servizio che abitano gli
appartamenti delle palazzine sopra la Base Navale della città
nonostante avessero regolarmente pagato quanto dovuto per le
utenze ogni mese insieme all’affitto, dato che, è stata una delle
giustificazioni, non si poteva intervenire sulla base stessa per la sua
funzione di pubblica utilità.
L’incredibile vicenda si è chiusa dopo oltre un mese, mercoledì 31
dicembre, quando la Marina ha versato un primo acconto sul suo
debito che nel frattempo è arrivato a sfiorare quota 18 milioni di euro,
11 dei quali accumulati in soli otto mesi. Insieme al pagamento si
è aggiunto un impegno a formulare quanto prima una proposta congrua sul piano
di rientro.
dicembre, quando la Marina ha versato un primo acconto sul suo
debito che nel frattempo è arrivato a sfiorare quota 18 milioni di euro,
11 dei quali accumulati in soli otto mesi. Insieme al pagamento si
è aggiunto un impegno a formulare quanto prima una proposta congrua sul piano
di rientro.
Solo così, dopo ben cinque settimane, le forniture sono state
riallacciate e le famiglie rimaste al freddo hanno potuto finalmente accendere le
caldaie. Nel mezzo una girandola di riunioni, lettere e
giustificazioni. Rese particolarmente necessarie innanzitutto dal fatto che la
Marina era stata debitamente preavvisata dell’imminente taglio
della fornitura. In secondo luogo dalla scoperta che le bollette di chi è
rimasto senza riscaldamento, benché gli inquilini avessero anticipato le somme,
sono state pagate con oltre sei mesi di ritardo dal Maricommi di
Taranto, l’ente deputato a farlo.
riallacciate e le famiglie rimaste al freddo hanno potuto finalmente accendere le
caldaie. Nel mezzo una girandola di riunioni, lettere e
giustificazioni. Rese particolarmente necessarie innanzitutto dal fatto che la
Marina era stata debitamente preavvisata dell’imminente taglio
della fornitura. In secondo luogo dalla scoperta che le bollette di chi è
rimasto senza riscaldamento, benché gli inquilini avessero anticipato le somme,
sono state pagate con oltre sei mesi di ritardo dal Maricommi di
Taranto, l’ente deputato a farlo.
Quindi, in pratica, gli affittuari hanno anticipato liquidità al loro
padrone di casa. Non solo. Hanno fatto pure le spese delle pendenze del Genio
dovute alla mancanza di fondi per saldare i consumi degli
alloggi non abitati, delle caserme e degli uffici, il cui totale è decisamente
superiore rispetto alle bollette degli inquilini, ma le cui forniture non erano
tagliabili. E il conto effettivo è ben più alto se, come si legge in
un’interrogazione al ministro della Difesa dell’onorevole Donatella
Duranti di inizio dicembre, in mancanza dei “fondi necessari a sanare
tutte le ditte fornitrici del Genio per la Marina tarantina, sarebbero stati a
rischio anche l’erogazione di acqua potabile e di energia elettrica”.
padrone di casa. Non solo. Hanno fatto pure le spese delle pendenze del Genio
dovute alla mancanza di fondi per saldare i consumi degli
alloggi non abitati, delle caserme e degli uffici, il cui totale è decisamente
superiore rispetto alle bollette degli inquilini, ma le cui forniture non erano
tagliabili. E il conto effettivo è ben più alto se, come si legge in
un’interrogazione al ministro della Difesa dell’onorevole Donatella
Duranti di inizio dicembre, in mancanza dei “fondi necessari a sanare
tutte le ditte fornitrici del Genio per la Marina tarantina, sarebbero stati a
rischio anche l’erogazione di acqua potabile e di energia elettrica”.