MARINA NON PAGA BOLLETTE PER 18 MILIONI. INQUILINI SENZA GAS PER UN MESE
(di Rino Cole) – Bollette non pagate per quasi 20 milioni di euro. A tanto è
arrivato il debito della Marina Militare di Taranto nei confronti
dell’Enel che a fine novembre si è decisa a tagliarle la fornitura
di gas. 
famiglie di pensionati e militari in servizio che abitano gli
appartamenti delle palazzine sopra la Base Navale della città
nonostante avessero regolarmente pagato quanto dovuto per le
utenze ogni mese insieme all’affitto, dato che, è stata una delle
giustificazioni, non si poteva intervenire sulla base stessa per la sua
funzione di pubblica utilità.
dicembre, quando la Marina ha versato un primo acconto sul suo
debito che nel frattempo è arrivato a sfiorare quota 18 milioni di euro,
11 dei quali accumulati in soli otto mesi. Insieme al pagamento si
è aggiunto un impegno a formulare quanto prima una proposta congrua sul piano
di rientro.
riallacciate e le famiglie rimaste al freddo hanno potuto finalmente accendere le
caldaie. Nel mezzo una girandola di riunioni, lettere e
giustificazioni. Rese particolarmente necessarie innanzitutto dal fatto che la
Marina era stata debitamente preavvisata dell’imminente taglio
della fornitura. In secondo luogo dalla scoperta che le bollette di chi è
rimasto senza riscaldamento, benché gli inquilini avessero anticipato le somme,
sono state pagate con oltre sei mesi di ritardo dal Maricommi di
Taranto, l’ente deputato a farlo.
padrone di casa. Non solo. Hanno fatto pure le spese delle pendenze del Genio
dovute alla mancanza di fondi per saldare i consumi degli
alloggi non abitati, delle caserme e degli uffici, il cui totale è decisamente
superiore rispetto alle bollette degli inquilini, ma le cui forniture non erano
tagliabili. E il conto effettivo è ben più alto se, come si legge in
un’interrogazione al ministro della Difesa dell’onorevole Donatella
Duranti di inizio dicembre, in mancanza dei “fondi necessari a sanare
tutte le ditte fornitrici del Genio per la Marina tarantina, sarebbero stati a
rischio anche l’erogazione di acqua potabile e di energia elettrica”.

 
			