MARINA MILITARE: PER I SOGNI IMPERIALI VUOLE ALTRI 7 MILIARDI DOPO I 5 APPENA AVUTI
(di Toni De Marchi) – È una bella mattina d’inverno. Uno strano inverno tiepido. Fuori c’è il
sole. Leggo un tantino svogliato un po’ di carte che avevo trascurato nei
giorni scorsi. Poi l’occhio si ferma su un titolo:“Programma navale di
emergenza”.
sole. Leggo un tantino svogliato un po’ di carte che avevo trascurato nei
giorni scorsi. Poi l’occhio si ferma su un titolo:“Programma navale di
emergenza”.
Emergenza? Che succede? La marina di Al-Qaida è di fronte alle
coste pugliesi? Il Daesh abbandona le distese sabbiose dell’Iraq e si avvicina
al mussoliniano bagnasciuga che già una volta subì l’onta dell’invasione? Forse
non ci hanno detto qualcosa di terribile che sta per succedere se per questo
programma di emergenza servono cinque miliardi. Attenti: altri cinque miliardi, oltre ai 5,4 di cui vi ho già parlato più volte e che
ancora non abbiamo cominciato a spendere. Cinque miliardi che dovrebbero
servire a comperare altri dieci pattugliatori d’altura, una nave anfibia, una
nave logistica, dieci cacciamine veloci, due sommergibili di nuova generazione
(un omaggio al generazionalismo renziano?). E poi sedici elicotteri pesanti,
nove convertiplani e tredici velivoli a pilotaggio remoto. Ma gli aerei,bada
ben madama la marchesa, sono a parte, cinque miliardi non basterebbero
anche per loro e pertanto, dice una nota, sono “da finanziare con provvedimento
a parte”. Tutto dettagliatamente descritto in un libriccino di
una quarantina di pagine dello Stato maggiore della Marina.
Programma di emergenza. Qualcuno ha chiamato il 118?
coste pugliesi? Il Daesh abbandona le distese sabbiose dell’Iraq e si avvicina
al mussoliniano bagnasciuga che già una volta subì l’onta dell’invasione? Forse
non ci hanno detto qualcosa di terribile che sta per succedere se per questo
programma di emergenza servono cinque miliardi. Attenti: altri cinque miliardi, oltre ai 5,4 di cui vi ho già parlato più volte e che
ancora non abbiamo cominciato a spendere. Cinque miliardi che dovrebbero
servire a comperare altri dieci pattugliatori d’altura, una nave anfibia, una
nave logistica, dieci cacciamine veloci, due sommergibili di nuova generazione
(un omaggio al generazionalismo renziano?). E poi sedici elicotteri pesanti,
nove convertiplani e tredici velivoli a pilotaggio remoto. Ma gli aerei,bada
ben madama la marchesa, sono a parte, cinque miliardi non basterebbero
anche per loro e pertanto, dice una nota, sono “da finanziare con provvedimento
a parte”. Tutto dettagliatamente descritto in un libriccino di
una quarantina di pagine dello Stato maggiore della Marina.
Programma di emergenza. Qualcuno ha chiamato il 118?
Insomma, neppure ci sono ancora i primi ordini del primo programma da 5,4
miliardi tuttora in discussione al Parlamento, che già dai piani alti di
lungotevere delle Navi, dove comodamente siede l’ammiraglio Giuseppe De
Giorgi capo di stato maggiore della Marina, parte una nuova campagna
di lobbying per averne altri cinque, più il costo degli aerei
che probabilmente richiederanno almeno ulteriori due miliardi.
Miliardi da trovare in fretta, perché, dicono, siamo in emergenza. Emergenza
decchè? Nessuno in realtà lo sa, forse perché non c’è nessuna
emergenza, se non nelle fantasie di qualche ammiraglio e nei sogni di una
ministra che già vede soldi, tanti soldi piovere come un acquazzone primaverile
sui suoi feudi liguri dove siedono Finmeccanica e Oto Melara, le aziende che
dovrebbero allegramente spartirseli.
miliardi tuttora in discussione al Parlamento, che già dai piani alti di
lungotevere delle Navi, dove comodamente siede l’ammiraglio Giuseppe De
Giorgi capo di stato maggiore della Marina, parte una nuova campagna
di lobbying per averne altri cinque, più il costo degli aerei
che probabilmente richiederanno almeno ulteriori due miliardi.
Miliardi da trovare in fretta, perché, dicono, siamo in emergenza. Emergenza
decchè? Nessuno in realtà lo sa, forse perché non c’è nessuna
emergenza, se non nelle fantasie di qualche ammiraglio e nei sogni di una
ministra che già vede soldi, tanti soldi piovere come un acquazzone primaverile
sui suoi feudi liguri dove siedono Finmeccanica e Oto Melara, le aziende che
dovrebbero allegramente spartirseli.
Ora, la richiesta di questi nuovi, inaspettati finanziamenti (credo che
De Giorgi sia invidioso del suo collega Preziosa dell’Aeronautica che ha
dodici-quattordici miliardi tutti suoi da spendere per gli F-35)
non è un gossip malizioso ma stanno in un ufficialissimo
documento dello Stato maggiore Marina intitolato: “Prospettive e
orientamenti di massima della Marina militare per il periodo 2015-2025”. Un
documento assolutamente in linea con il De Giorgi pensiero (si fa per dire):
nessuna giustificazione strategico militare sul perché e per cosa ci servano
queste navi; non un cenno sulle caratteristiche delle stesse, salvo dire che
servono a salvare naufraghi e curare bambini (una volta erano le crocerossine a
farlo, adesso sono i rudi marinai: vedi come sono cambiati i tempi); le solite
storielle sulle navi da sostituire dove si affastellano nomi più o meno a caso,
tanto nessuno controlla, e se qualcuno obietta è sicuramente un comunista o uno
che non ha capito nulla (che poi è lo stesso); il solito affastellarsi di
affermazioni apodittiche e dunque indimostrabili, come ad esempio che spendendo
dieci miliardi ne tornano all’economia almeno quindici con una prodigiosa
moltiplicazione delle risorse come non si vedeva dai tempi del Nazareno: Quanti
pani avete? Risposero: sette, e pochi pesciolini. Gesù prese i sette pani e i
pesci, rese grazie, li spezzò… Tutti mangiarono e furono saziati…Quelli
che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i
bambini (Matteo 15,32-39).
De Giorgi sia invidioso del suo collega Preziosa dell’Aeronautica che ha
dodici-quattordici miliardi tutti suoi da spendere per gli F-35)
non è un gossip malizioso ma stanno in un ufficialissimo
documento dello Stato maggiore Marina intitolato: “Prospettive e
orientamenti di massima della Marina militare per il periodo 2015-2025”. Un
documento assolutamente in linea con il De Giorgi pensiero (si fa per dire):
nessuna giustificazione strategico militare sul perché e per cosa ci servano
queste navi; non un cenno sulle caratteristiche delle stesse, salvo dire che
servono a salvare naufraghi e curare bambini (una volta erano le crocerossine a
farlo, adesso sono i rudi marinai: vedi come sono cambiati i tempi); le solite
storielle sulle navi da sostituire dove si affastellano nomi più o meno a caso,
tanto nessuno controlla, e se qualcuno obietta è sicuramente un comunista o uno
che non ha capito nulla (che poi è lo stesso); il solito affastellarsi di
affermazioni apodittiche e dunque indimostrabili, come ad esempio che spendendo
dieci miliardi ne tornano all’economia almeno quindici con una prodigiosa
moltiplicazione delle risorse come non si vedeva dai tempi del Nazareno: Quanti
pani avete? Risposero: sette, e pochi pesciolini. Gesù prese i sette pani e i
pesci, rese grazie, li spezzò… Tutti mangiarono e furono saziati…Quelli
che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i
bambini (Matteo 15,32-39).
Vi ho già detto nelle scorse settimane delle 51-navi-51 da sostituire.
Pensavate fosse finita? No, le stesse rispuntano per giustificare anche questo
secondo round di spese. A pagina 28 dell’ineffabile documento dello Stato
maggiore si ri-citano infatti le stesse navi, comprese le quattro
fregate casse Lupo radiate più di dieci anni fa, per dare corpo questa
ulteriore richiesta. Anche qui, siamo di fronte a miracoli, non opere
dell’uomo. Chissà cosa ne pensa Bergoglio? Contemporaneamente sul sito della
Marina è stata pubblicata nei giorni scorsi l’ennesima versione dell’elenco
delle navi che saranno radiate nei prossimi anni. Ci sono dentro anche
navi, come la classe Comandanti, entrate in servizio nel 2003-2004 che vengono
messe fuori linea dopo neppure venti anni. Per non dire che si tratta di unità
da 1500 tonnellate che verranno sostituite da navi da 4500 tonnellate. Un
cambio alla pari, non c’è che dire.
Pensavate fosse finita? No, le stesse rispuntano per giustificare anche questo
secondo round di spese. A pagina 28 dell’ineffabile documento dello Stato
maggiore si ri-citano infatti le stesse navi, comprese le quattro
fregate casse Lupo radiate più di dieci anni fa, per dare corpo questa
ulteriore richiesta. Anche qui, siamo di fronte a miracoli, non opere
dell’uomo. Chissà cosa ne pensa Bergoglio? Contemporaneamente sul sito della
Marina è stata pubblicata nei giorni scorsi l’ennesima versione dell’elenco
delle navi che saranno radiate nei prossimi anni. Ci sono dentro anche
navi, come la classe Comandanti, entrate in servizio nel 2003-2004 che vengono
messe fuori linea dopo neppure venti anni. Per non dire che si tratta di unità
da 1500 tonnellate che verranno sostituite da navi da 4500 tonnellate. Un
cambio alla pari, non c’è che dire.
Poi gli aerei. Due miliardi e più, della serie mi faccia un conto a
parte. Ci sono anche nove convertiplani. Il convertiplano è quella
cosa che decolla come un elicottero e vola come un aereo. Non ce li ha nessuno
al mondo, salvo i Marines americani, Rambo e Rombo Tonante. Naturalmente li
vuole anche De Giorgi, non si sa mai dovessimo invadere le isole Tonga.
Permettetemi una digressione: più parlo di questa fissazione grandiosa del De
Giorgi (ma, mi chiedo, abbiamo un ministro da qualche parte?) più mi viene in
mente come a dieci, undici anni mi ero messo ad accumulare figurine militari
ritagliate dal Corriere dei Piccoli e con le quali mi stavo
costruendo il più grande esercito del mondo. Sognavo una marina con almeno
dodici corazzate, mica bruscolini. Fitti stormi di bombardieri. Tutto era
rigorosamente ma disordinatamente conservato in una scatola per scarpe. Ogni
tanto l’aprivo e ci aggiungevo un paio di migliaia di soldati. Non si sa mai.
Programmi di emergenza.
parte. Ci sono anche nove convertiplani. Il convertiplano è quella
cosa che decolla come un elicottero e vola come un aereo. Non ce li ha nessuno
al mondo, salvo i Marines americani, Rambo e Rombo Tonante. Naturalmente li
vuole anche De Giorgi, non si sa mai dovessimo invadere le isole Tonga.
Permettetemi una digressione: più parlo di questa fissazione grandiosa del De
Giorgi (ma, mi chiedo, abbiamo un ministro da qualche parte?) più mi viene in
mente come a dieci, undici anni mi ero messo ad accumulare figurine militari
ritagliate dal Corriere dei Piccoli e con le quali mi stavo
costruendo il più grande esercito del mondo. Sognavo una marina con almeno
dodici corazzate, mica bruscolini. Fitti stormi di bombardieri. Tutto era
rigorosamente ma disordinatamente conservato in una scatola per scarpe. Ogni
tanto l’aprivo e ci aggiungevo un paio di migliaia di soldati. Non si sa mai.
Programmi di emergenza.
Insomma, miliardi su miliardi. Quasi undici, per i due
programmi, quello in corso e quello nuovo. Tredici miliardi, se contiamo anche
gli aerei. Una montagna di soldi che giustifica apparentemente qualsiasi colpo
basso o alto che sia. E che sta provocando non poche tensioni dentro la maggioranza.
Giovedì 15 gennaio scontro aperto in Commissione difesa durante
la discussione del parere sul primo finanziamento alla Marina, con il
capogruppo del Pd Gian Piero Scanu che, secondo l’agenzia Dire, si prende a
male parole con il suo collega di partito Salvatore Piccolo. Secondo il resoconto della seduta Scanu aveva espresso
“forte disappunto per le pressioni che – da diverse parti – sono state
esercitate con intensità su diversi componenti la Commissione in modo da poter
orientare il parere della Commissione”. Non ricordo una denuncia così forte da
un deputato della maggioranza. Per averla fatta Scanu, che non è un pericoloso
sovversivo, evidentemente il limite deve essere stato raggiunto e superato.
programmi, quello in corso e quello nuovo. Tredici miliardi, se contiamo anche
gli aerei. Una montagna di soldi che giustifica apparentemente qualsiasi colpo
basso o alto che sia. E che sta provocando non poche tensioni dentro la maggioranza.
Giovedì 15 gennaio scontro aperto in Commissione difesa durante
la discussione del parere sul primo finanziamento alla Marina, con il
capogruppo del Pd Gian Piero Scanu che, secondo l’agenzia Dire, si prende a
male parole con il suo collega di partito Salvatore Piccolo. Secondo il resoconto della seduta Scanu aveva espresso
“forte disappunto per le pressioni che – da diverse parti – sono state
esercitate con intensità su diversi componenti la Commissione in modo da poter
orientare il parere della Commissione”. Non ricordo una denuncia così forte da
un deputato della maggioranza. Per averla fatta Scanu, che non è un pericoloso
sovversivo, evidentemente il limite deve essere stato raggiunto e superato.
Insomma, qualcuno si svegli e faccia qualcosa. Se c’è un ministro dica se
è d’accordo e spieghi come questi piani da regno dei Klingon vengano fuori
quando il famoso Libro bianco della Difesa ancora non esiste. È questa la
Marina che vi troveremo descritta? Se è così allora aspettiamoci che
l’Aeronautica chieda il raddoppio degli F-35, l’Esercito pretenda un migliaio
di carri armati (non li usa più nessuno, ma non si sa mai) e infine che venga
costituito una comando spaziale dotato di armi a protoni. E qualcuno rilegga a
De Giorgi la preghiera del Marinaio scritta da Fogazzaro all’inizio del 1900
che finisce così: “Poni sul nemico il terrore di lei” (Marina). Il
nemico, c’è scritto. Non gli italiani.
è d’accordo e spieghi come questi piani da regno dei Klingon vengano fuori
quando il famoso Libro bianco della Difesa ancora non esiste. È questa la
Marina che vi troveremo descritta? Se è così allora aspettiamoci che
l’Aeronautica chieda il raddoppio degli F-35, l’Esercito pretenda un migliaio
di carri armati (non li usa più nessuno, ma non si sa mai) e infine che venga
costituito una comando spaziale dotato di armi a protoni. E qualcuno rilegga a
De Giorgi la preghiera del Marinaio scritta da Fogazzaro all’inizio del 1900
che finisce così: “Poni sul nemico il terrore di lei” (Marina). Il
nemico, c’è scritto. Non gli italiani.