Carabinieri

Maresciallo dei carabinieri morto dopo una lite per una sigaretta. Una condanna a 3 mesi per minacce

I giudici hanno condannato a tre mesi, per minacce, il cosentino – all’epoca dei fatti 28enne – che il pomeriggio del 16 agosto 2021 si scagliò verbalmente – secondo i testimoni con pesanti minacce – contro il Maresciallo maggiore dei carabinieri Antonio Carbone, di stanza a Ciriè nel torinese, ma in vacanza a Paola. Carbone, dopo l’acceso scontro, muore a causa di un infarto.

La Vicenda

Carbone, 56 anni, aveva infatti contestato, educatamente, il lancio di una cicca di sigaretta in mare da parte del figlio dell’indagato, ma il genitore e il ragazzo, anziché prendere atto dell’errore commesso, si sono scagliati contro il sottufficiale, aggredendolo con insulti e minacce di morte. Proprio per questo la Procura ha deciso di indagare per «morte o lesioni come conseguenza di altro delitto» e pure per «minacce» un 28enne di Cosenza.

La Sentenza

 La Procura aveva avanzato l’accusa di morte come conseguenza di altro reato, che però non è stata accolta dai giudici, che hanno emesso una condanna per il solo reato di minacce.

Secondo quanto ricostruito, il militare lo avrebbe “sgridato” per aver gettato un mozzicone di sigaretta in mare. Motivo per il quale il giovane si sarebbe scagliato violentemente contro il sottufficiale, al punto da farlo crollare per lo shock emotivo.

Al termine del procedimento, il giovane è stato dunque condannato a tre mesi per sole minacce.

L’omaggio del comune di Paola

Inutili i tentativi di rianimarlo, è morto proprio in riva a quel mare che ha cercato di difendere dall’inciviltà.Carbone prestava servizio nell’Arma con il grado di maresciallo maggiore. Originario di Paola, viveva per lavoro in Piemonte, regione in cui aveva comandato diverse stazioni locali, ma tornava sempre nella sua terra d’origine per le vacanze estive. Dopo le esequie, suo fratello Vincenzo aveva rilasciato alla stampa una dichiarazione esemplare: «Non c’è spazio per l’odio nel nostro cuore, non c’è spazio per il rancore. Accanto al dolore e alla tristezza, nel nostro cuore oggi – ha detto – c’è spazio solo e soltanto per il perdono. Solo questo ci rende pienamente coscienti che quanto accaduto non sarà invano». Ad Antonio Carbone, il Comune di Paola ha intitolato una strada alla memoria.

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