Manovra 2026, stretta e bonus: cambia il TFS e cala l’IRPEF
TFS più rapido, ma non per tutti
La bozza della Manovra 2026 introduce una modifica attesa nel pubblico impiego: dal 1° gennaio 2027, i dipendenti delle amministrazioni pubbliche che maturano i requisiti per il pensionamento riceveranno il Trattamento di Fine Servizio (TFS) dopo 9 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro, anziché 12.
La riduzione di tre mesi riguarda chi lascia per raggiunti limiti di età o di servizio o per collocamento a riposo d’ufficio. Una misura che intende rendere più rapido l’accesso alle liquidazioni, ma che non cancella del tutto le lungaggini che da anni penalizzano i dipendenti pubblici rispetto ai lavoratori privati.
Come anticipato da Infodifesa, resta confermato un nodo delicato: l’aumento dell’età pensionabile, che dal 2027 comporterà tre mesi in più di servizio anche per Forze Armate e Forze dell’Ordine, senza deroghe specifiche. Una scelta destinata a far discutere i comparti sicurezza e difesa.
Fisco, meno IRPEF e premi agevolati
Sul fronte fiscale, la Manovra mette mano alle aliquote. Dal 2026 scende la seconda aliquota IRPEF, dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro, con un impatto stimato di 2,9 miliardi nel 2026 e 3 miliardi dal 2027.
Per i dipendenti pubblici non dirigenti con reddito fino a 50.000 euro, il trattamento accessorio (indennità, straordinari, premi) sarà tassato con una imposta sostitutiva del 15% fino a 800 euro, ma solo per il 2026.
Bonus casa, agricoltura e “pacificazione fiscale”
Proseguono per il 2026 le detrazioni IRPEF al 50% per ristrutturazioni edilizie, riqualificazioni energetiche e acquisto di mobili ed elettrodomestici fino a 5.000 euro.
Restano anche le esenzioni IRPEF per redditi dominicali e agrari a favore di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.
Sul versante del fisco arretrato, arriva una nuova “pacificazione fiscale”: i contribuenti potranno sanare carichi residui dal 2000 al 2023, relativi a imposte o contributi non versati, generando 1,5 miliardi nel 2026.
Plastic e sugar tax rinviate
Slitta infine al 1° gennaio 2027 l’entrata in vigore della plastic tax e della sugar tax, con un impatto stimato di 0,38 miliardi nel triennio di riferimento.
Dal 2028 sarà abolita l’addizionale regionale sull’accisa del gas naturale per le imprese, misura che alleggerirà il costo dell’energia a partire dal 2029.
Conti pubblici in rosso
Il quadro complessivo della Manovra evidenzia una variazione netta delle spese di 7 miliardi nel 2026, a fronte di un aumento delle entrate di 2,4 miliardi. Il saldo finale resta in negativo: -4,6 miliardi nel 2026, -5,7 miliardi nel 2027 e -7,1 miliardi nel 2028.
Una manovra che punta a sostenere redditi e consumi, ma che lascia sul tavolo ombre sui conti pubblici e il malcontento di chi, in uniforme, vede slittare la pensione invece del TFS.
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