Lo sfogo di un Ufficiale dell’Arma “Professoressa Vada ai funerali del collega e chieda scusa alla vedova”
Sulla vicenda è intervenuto il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti: «Il caso va chiarito fino in fondo. Se fosse vero, sarebbe gravissimo. Insultare un servitore dello Stato, caduto compiendo il proprio dovere, infierire sulla disperazione dei suoi cari e, allo stesso tempo, offendere l’intera Arma dei Carabinieri, non sono un comportamento che non avrebbe niente a che vedere con lo spirito, l’abnegazione e la professionalità della nostra classe docente».
Un Ufficiale dell’Arma decorato al valore ha scritto alla professoressa un messaggio divenuto subito virale e condiviso sui social e sul web.
La lettera è stata scritta dal Maggiore Marco Belladonna alla professoressa di Novara. Inizialmente era stata erroneamente attribuita ad altro collega, ora sommerso di messaggi e chiamate da tutti i media nazionali. Per cavarlo d’impaccio il suo amico e parigrado Marco Belladonna ha tenuto a precisarci – lontano dalle luci della ribalta – la paternità della bella missiva, della quale crediamo, possa andare orgoglioso.
“Sono un Carabiniere e sono orgoglioso di esserlo,
Noi dalla sguardo poco intelligente ogni giorno rischiamo la vita, come la rischiano tanti altri lavoratori nei confronti dei quali non ci si rivolge come lei ha fatto verso il collega morto ieri a Roma, l’ennesimo.
Io non la giudico e non sono qui ad attaccarLa perché comunque, Lei starà facendo i conti con la sua coscienza in questo momento.
Sono qui per suggerirLe di comperare un biglietto per Somma Vesuviana per domani per poter partecipare ai funerali del collega cosicché possa chiedere scusa alla vedova, o in alternativa potrebbe andare a Roma al nostro Comando Generale e scusarsi con il nostro Comandante Generale per quanto Lei ha scritto.
Vede io, comunque, ho scelto di difenderLa e di difendere anche chi pensa che noi siamo per strada per uno stipendio sicuro, per il posto fisso ed altre cose simili ed anche per Lei che magari è convinta che noi, Carabinieri, abbiamo lo sguardo poco intelligente.
Un ultimo consiglio, quando è in auto, a piedi o in bici e vede delle persone in uniforme, si fermi e vada incontro ad esse e le ringrazi perché se Lei va in giro tranquilla e serena è per merito loro che quando Lei dorme loro vegliano su di Lei, che quando si diverte loro sono lì a sorvegliare affinché possa divertirsi senza pensieri e così via.
Nel suo profilo ho visto che Lei è madre di un bellissimo bimbo, bene; gli racconti che sebbene noi abbiamo lo sguardo poco intelligente, lui potrà stare al sicuro finché ci siamo noi e che non dovrà mai aver paura di nulla quando vede un uomo in uniforme.”