L’EMENDAMENTO SCANU NON E’ UN OMAGGIO A MILITARI E POLIZIOTTI, MA UN REGALO ALL’INAIL: 1300 GLI EURO CHE SARANNO INCASSATI DALL’ISTITUTO PER QUALUNQUE PRATICA APERTA
La proposta Scanu, relativa al passaggio della gestione delle cause di servizio dalla medicina militare all’Inail, magicamente, anche dopo il nostro intervento, è stata migliorata rispetto alla precedente versione. Per ora è salvo il diritto alla pensione privilegiata e all’equo indennizzo. Ma vediamo a che prezzo.
Procediamo con ordine. La proposta di legge (A.C. 3925), ora trasformata in emendamento alla legge di stabilità, in due anni di gestazione parlamentare e centinaia di audizioni in Commissione, non ha trovato il suo sbocco naturale (forse perché non era convincente?), e sebbene inquadri la materia in una sorta di doppio binario (CMO-INAIL) in realtà pone l’Inail in una condizione dominante.
E’ previsto, infatti, che:
- “A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, al personale delle Forze Armate, delle Forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco si applicano le disposizioni del testo unico per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 30 giungo 1965, n. 1124. L’assicurazione di detto personale è attuata dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) con il sistema di gestione per conto dello stato di cui al decreto del Ministro del tesoro 10 ottobre 1985, pubblicato in gazzetta ufficiale n. 46 del 25 febbraio 1986….”;
- “l’assolvimento dell’obbligo di denuncia di infortunio sul lavoro o di malattia professionale di cui all’articolo 53 del D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124, costituisce condizione di procedibilità della domanda di riconoscimento del diritto alla provvidenza dell’equo indennizzo. L’accertamento positivo sulla sussistenza del nesso di causalità tra l’attività lavorativa e l’infortunio sul lavoro o la malattia professionale, effettuato dall’Inail, è vincolante anche ai fini del riconoscimento della dipendenza da causa di servizio della medesima lesione o infermità”.
L’ultimo aggiornamento delle quote unitarie di spesa delle Amministrazioni statali interessate alla gestione per conto dello Stato presso l’INAIL è rilevabile dalla Gazzetta Ufficiale del 29 dicembre 2016 n. 303 (riferite all’anno 2015) e prevede che: “Gli importi unitari delle spese generali di amministrazione, scaturenti dalla «gestione per conto dello Stato» gestita dall’INAIL, che le Amministrazioni statali interessate debbono rimborsare annualmente al predetto istituto, ai sensi dell’art. 2 del decreto ministeriale 10 ottobre 1985, sono stabiliti, per l’esercizio 2015, nella seguente misura:
- € 1.278,01 per ogni infortunio denunciato, per spese generali di amministrazione, medico-legali ed integrative;
- € 78,22 per ogni rendita in vigore, per spese generali di amministrazione delle rendite.”
Ogni causa si servizio, che stando all’emendamento deve necessariamente passare attraverso l’ente assicurativo, costerà circa 1300 euro alle Amministrazioni da cui dipendono i dipendenti infortunati!
Tali costi potrebbero ricadere, in via diretta, sui dipendenti del Comparto Sicurezza e Difesa, che in mancanza di fondi ad hoc (è difficile chiudere un misero contratto a 85 euro lordi!!), potrebbero subire una contrazione dell’accessorio (meno straordinario, meno indennità notturne, festive, presenze esterne, missioni, etc.), e in via indiretta, sui cittadini, sia per un aumento dei costi della spesa pubblica, sia perché con l’eventuale riduzione di fondi per remunerare poliziotti, carabinieri e finanzieri diminuirà la qualità e la quantità dell’offerta sicurezza.
Ciò premesso, la proposta di Scanu non è convincente perché:
- non migliora (o elimina) l’attuale sistema medico legale militare (CMO-Comitato di verifica), pertanto resta in attività sia l’attuale gestione che i relativi costi;
- fa lievitare i costi di gestione in modo spropositato a solo vantaggio dell’Inail e a svantaggio di dipendenti e cittadini;
- non consente a poliziotti e ancor di più ai militari (che sono privi di rappresentatività sindacale e annessi diritti e poteri), di avere propri rappresentanti presso il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell’Inail[1] e presso la Commissione ministeriale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, per la definizione delle tabelle delle malattie professionali;
- non chiarisce su quale giudice (amministrativo o del lavoro) ricade la competenza su eventuali ricorsi.
Gentile Onorevole Scanu, nessuno mette in dubbio il lungo e pregevole lavoro svolto dalla Commissione Uranio, ma come si può, a dieci giorni dallo scioglimento delle Camere, inserire una materia così complessa e dalle ricadute così imprevedibili al probabile voto di fiducia sulla legge di stabilità? È responsabile collegare una questione di tale importanza per centinaia di migliaia di famiglie a un sì o a un no al governo Gentiloni? E farlo per di più quando tutti i parlamentari hanno inevitabilmente la testa e l’attenzione altrove?
Per quanto ci riguarda, nessuno vuole “subordinare – come Lei ha scritto – il miglioramento delle condizioni dei militari al riconoscimento del diritto di associazione sindacale per poi raggiungere, forse, lo stesso risultato soltanto dopo un confronto con il costituendo sindacato”, ma resta il fatto che il tempismo e il modo con cui si sta gestendo questa partita sono e restano incomprensibili.
Francesco Zavattolo
Segretario Generale Ficiesse
[1] Definisce i programmi e individua le linee d’indirizzo dell’Istituto, determina gli obiettivi strategici pluriennali, esercita le funzioni di vigilanza ai fini della realizzazione degli obiettivi e della corretta ed economica gestione delle risorse.