Legione Straniera a corto di uomini. Ora recluta sulle spiagge
(di Francesco De Remigis) «Ti piacciono i nostri valori? Inizia togliendoti il cappello!». Sfotte, autoritario, Sang-Jin Lee, di fronte a un adolescente in pantaloncini e berretto da baseball. Da un camion piazzato sulla famosa spiaggia di Berck, nel Nord della Francia, la Legione Straniera «recluta» cercando di attirare i francesi nelle sue file. Senza illusioni.
La reputazione di eccellenza degli 8mila uomini che servono non è più sufficiente ad attrarre candidati. Così la Legione continua a reclutare, anche sulle spiagge.
Servono «1.245 uomini, tra i 17 e 39 anni, entro fine anno». Ma le adesioni sono crollate, soprattutto tra i transalpini. Allora lo Stato corre sui litorali, organizzando veri e propri rendez-vous per rimpolpare l’unità «d’élite» e «combattimento». «Diciottenne, francese e single? Sei un candidato eccellente!».
Dopo la selezione che di solito supera solo uno su otto, si vedrà. Con personale da 150 Paesi, creata nel 1831, è l’unica forza che incorpora soldati stranieri nell’esercito. Spesso in prima linea: in missioni «domestiche» come il piano Vigipirate o in operazioni all’estero. È anche l’unico ente militare che accetta ex prigionieri, ad eccezione dei condannati per «stupro, crimini di sangue e traffico di droga», il che lo rende «spesso un modo per ricominciare da capo». Donne escluse. Salario iniziale? «1.200 euro netti». Una notorietà eccezionale e una reputazione pressoché inalterata nei secoli. Ma in Francia sembrano snobbarla. «Abbiamo solo tra l’8 e il 10% di candidati francesi» e «il 16% di francofoni nei reggimenti (compresi belgi, giovani del Quebec)», denuncia Sang-Jin Lee, che guida la campagna in spiaggia. Serve ripopolare la Legione di autoctoni, con una percentuale «dal 20 al 25% di francofoni» entro il 2025. I transalpini sono considerati indispensabili per «trasmettere lingua e cultura, valori e usanze», spiega il militare, che ricorda casi legati anche alla semplice alimentazione: «Ho visto legionari al ristorante che avevano annaffiato il loro foie gras di maionese e ketchup». Inaccettabile anche per un militare che sa cosa significhi il sacrificio. «Il problema per i francesi è che falliscono più spesso nei test». La soluzione è però a portata di costume da bagno. Tra le dune di Beck-sur-Mer, i furgoni della polizia sul litorale stanno infatti riscontrando un successo inaspettato. In molti si avvicinano. Come su una sessantina di altre spiagge interessate dall’operazione I want you: ma non illuderti. «Conosci i rischi? Pensi di poter reggere senza contatti col mondo esterno per sei mesi? Senza tv e playstation? La Legione punta a dimostrare che esiste ancora, con vantaggi e svantaggi», dice Lee all’Afp. Selezione severa, che inizia «già al banco informazioni». Dopo un primo test fisico e psicotecnico, «vai 10 giorni a Parigi», poi «3-4 settimane a Aubagne», nel Sud-Est, sottoponendoti a nuovi esami e visite mediche vivendo «in comunità». «Il migliore» integrerà la scuola di Castelnaudary e uno dei reggimenti in képi blanc. Dopo 3 anni in unità di combattimento ci si specializza: meccanica, elettronica, amministrazione. «Una nuova famiglia». Con una «nuova identità» per garantire la loro sicurezza e cancellare le differenze.
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