L’ARMA SOFFRE.RITORNA UN COMANDANTE GENERALE DELL’ESERCITO?
L’Arma soffre. E non solo per i tagli. Anche per i gradi, specialmente se sei un Generale in pole position per la nomina a Comandante Generale. Troppe indiscrezioni questo autunno hanno messo sotto gli occhi di tutti quello che ormai è risaputo da tempo: per la leadership, si è pronti a qualsiasi cosa.
Una lotta intestina per superare il collega, scalare la vetta, compromettere il prestigio degli “avversari”. E non sarebbe la prima volta. Nel 2014 l’Arma ha vissuto un altro autunno caldo quando con il Generale Gallitelli, ormai a fine corsa, vi erano stati alcuni “incomprensioni” con i papabili successori. Allora qualcuno attribuì la colpa di tale rivalità al Comandante Generale Gallitelli, altri al criterio “poco militare e troppo politico” utilizzato da sempre per investire il nuovo Comandante dell’Arma. Una serie di fattori, di concatenazioni di eventi, ma nulla di nuovo. Anzi potremmo dire un film già visto.
Il futuro dell’Arma è il ritorno al passato. E’ il commento del delegato Co.Ce.R. Carabinieri Giuseppe La Fortuna. Il riordino del 2000 ha posto le basi per un Comandante dell’Arma proveniente dalle fila dei Carabinieri e non più dall’Esercito, con buona pace dello stesso Co.Ce.R. Carabinieri. Allora si pensava che l’affrancamento fosse necessario, ma i fatti hanno dimostrato il contrario. L’agonismo che agita i successori al trono ed i grandi esclusi, non può non dirigere verso l’unica soluzione possibile: far tornare l’Arma agli albori, ovvero con un Comandante Generale proveniente dalle fila dell’Esercito o addirittura, in uno slancio riformatore, da un prefetto. Insomma qualsiasi soluzione può andare bene purché si cambi, abbiamo bisogno di “terzietà” per uscire dall’oscurantismo della scalata al potere a tutti i costi. Le lotte intestine hanno logorato l’Arma ed i media hanno catalizzato questo meccanismo.
Mi auguro che il 2018 sia foriero di cambiamenti sia nei vertici dell’Arma che nella stessa rappresentanza militare, ormai inutile ed arrugginita, riformata nella direzione dettata dall’Europa. Insomma un ritorno alle origini – conclude La Fortuna – prima che l’Arma diventasse quarta forza Armata, per ristabilire “l’ordine” tra i Carabinieri pluristellati, ora forse più che allora, impegnati nel costruire bramosamente la propria carriera.”