L’Arma dei Carabinieri ha davvero bisogno di un vice comandante?
La nomina del generale Salvatore Luongo a nuovo vice comandante generale dell’Arma dei Carabinieri riaccende i riflettori sulla annosa e controversa questione di questo incarico e soprattutto della speciale indennità pensionabile (SIP) percepita (sino al 2010? al 2013? o ancora adesso?) dai numeri due dell’Arma.
La Speciale Indennità Pensionabile
Questo emolumento aggiuntivo, era pari a circa 4.800 euro netti in più al mese, e veniva erogato per 5 anni dopo il pensionamento per essere poi incorporato nel trattamento pensionistico. Un privilegio difficilmente giustificabile, allora come oggi, soprattutto in tempi di spending review e tagli agli sprechi.
La speciale indennità pensionabile (SIP) fu istituita per il Capo della Polizia-Direttore generale della Polizia di Stato nel 1981, poi estesa nel 1987 ai Comandanti generali dell’Arma e della Guardia di Finanza, al Capo del Corpo forestale e del DAP. Nel 1997 diventò appannaggio anche dei Capi di Stato Maggiore della Difesa, di Esercito, Marina, Aeronautica e del Segretario generale della stessa Difesa.
Poi, però, la speciale indennità se la sono attribuita anche i vicecomandanti dell’Arma e della Finanza, nonostante dal 2000 il Comandante sia un generale proveniente dallo stesso Corpo e non più un esterno.
Per la Polizia di Stato, dove il vicecapo non gode della SIP, la pretesa di tale privilegio da parte dell’allora prefetto De Sena fu respinta dalla Corte dei Conti.
Nel 2013, infatti, la Corte dei Conti ne aveva dichiarato l’illegittimità per i vicecomandanti generali, pur salvaguardando i diritti acquisiti di chi aveva ottenuto l’incarico prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice dell’Ordinamento Militare nel 2010.
Da allora, invero, non è chiaro se la SIP sia stata realmente abolita o se si sia trovato il modo di eluderne il divieto. Il silenzio della politica, dei sindacati, dei media e alimentano più di un sospetto. Il Ministero della Difesa avrebbe potuto a seguito della sentenza della magistratura contabile di 10 anni fa recuperare le somme nei confronti dei generali nominati numeri due dell’Arma che avevano percepito l’indennità dopo l’entrata in vigore del nuovo ordinamento militare.
Ma sarà veramente successo?
L’assenza di notizie al riguardo lascia pensare che, nonostante il pronunciamento della Corte dei Conti, la questione sia rimasta nebulosa e i recuperi non siano stati effettuati. Ovviamente siamo pronti a pubblicare eventuali smentite dei controinteressati.
Altri costi oltre la SIP?
Ma non è una questione di SIP. O almeno non solo. E’ interessante notare, infatti, come di recente (anno scorso → clicca qui) siano state apportate modifiche alla durata dell’incarico di vicecomandante generale, che ora deve essere di almeno 1 anno, senza possibilità di proroga o rinnovo, a meno che non vi siano altri generali idonei disponibili (Art. 168 del D.Lgs. 15 marzo 2010 nr. 66).
Questa modifica sembra voler limitare l’eccessiva rotazione che si era creata con vice comandanti in carica per mandati anche di pochi giorni. Una misura tampone, quindi, per arginare i continui avvicendamenti, che non un intervento risolutivo sui costi. Ed è per questo che viene da chiedersi quanto realmente questa figura sia necessaria e non rappresenti comunque una spesa superflua per la Difesa.
Infatti, le funzioni del vicecomandante appaiono più vicarie e di facciata – esercitare le funzioni in caso di assenza del comandante, effettuare ispezioni e presiedere le commissioni di avanzamento – che realmente incisive ai fini dell’operatività e dell’efficienza dell’Arma.
Abolire la figura del Vice
Va sottolineato che Esercito, Marina e Aeronautica non prevedono questa figura: il Capo di Stato Maggiore è a capo della forza armata, coadiuvato dal Sottocapo. Solo Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza hanno la triade Comandante Generale, Vice Comandante e Capo di Stato Maggiore.
Insomma, la nomina del generale Luongo, che dal 2016 al 2022 è stato a capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero della Difesa per ben 4 ministri differenti (Roberta Pinotti, Elisabetta Trenta, Lorenzo Guerini e Guido Crosetto), potrebbe essere l’occasione per mettere definitivamente la parola fine a incarichi costosi e poco funzionali come quello di vicecomandante generale.
Con la sua esperienza e competenza sul tema, il neo vicecomandante dell’Arma ha tutte le carte in regola per suggerire una riforma coraggiosa che abolisca questa figura, per l’Arma e per la Guardia di Finanza. O magari potrebbe occuparsene direttamente Crosetto.
I militari, che ogni giorno difendono le istituzioni e servono il Paese con passione e spirito di sacrificio, sono stanchi di sentirsi dire che non ci sono soldi per stipendi dignitosi, mezzi ed equipaggiamenti adeguati. E poi scoprire che i soldi in realtà vengono sprecati per mantenere ai vertici incarichi dall’utilità dubbia e dalle conseguenti pensioni dorate.
Sarebbe più logico e trasparente sopprimere ruoli solo formali e dall’evidente sapore onorifico, piuttosto che continuare a tagliare reparti e risorse operative. Il segnale sarebbe forte: niente più sprechi nelle alte sfere.
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