Forze di Polizia

LA SENTENZA CUCCHI DIVIDE LA POLIZIA: POLEMICHE E SCONTRI SULLE DICHIARAZIONI DI ALCUNI SINDACALISTI

Il Silp Cgil non ci sta e prende una forte distanza dalle dichiarazioni del sindacato di polizia Sap sulla sentenza della Corte d’Appello di Roma, che ha assolto per insufficienza di prove tutti gli imputati nel processo Cucchi, il geometra romano morto nel 2009 dopo essere stato arrestato per droga.

“È necessario prendere immediatamente le distanze dalle pericolosissime dichiarazioni del Segretario Generale di un sindacato che a Genova rappresenta quasi il 30% delle lavoratrici e dei lavoratori della Polizia di Stato – dichiara Roberto, segretario provinciale del Silp Cgil – Non è accettabile strumentalizzare con dichiarazioni corporative e demagogiche l’esito di una sentenza che, come tutte le sentenze, deve  essere rispettata”. Traverso spera che la segreteria genovese del Sap spieghi ai cittadini genovesi che le dichiarazioni del Segretario Tonelli non hanno nulla a che fare con il sindacato, ma sopratutto con le divise  che rappresenta sul territorio nazionale. “Com’è possibile che non ci renda conto del danno d’immagine che ricade sulla categoria quando si afferma con livore che sia giusto che chi si droga o si ubriaca possa morire perché ha disprezzo per la propria condizione di salute. Giù le mani dai valori della professionalità della categoria e del sindacato – prosegue fermo il segretario genovese del Silp Cgil – Dopo i vergognosi applausi per il caso Aldrovandi, oggi assistiamo ad assurde elucubrazioni mirate a recuperare biecamente quel consenso da caserma che si cerca di alimentare disperatamente”. Durissima la presa di posizione del Silp sulle affermazioni di Tonelli, che sostiene “sia giusto che chi si droga o si ubriaca possa morire perché ha disprezzo per la propria condizione di salute”.
“Ci aspettiamo un’immediata risposta istituzionale a tutela della professionalità della Polizia di Stato a partire dal Capo della Polizia che da troppo tempo viene sistematicamente oscurato da un Ministro dell’Interno sempre più preoccupato a seguire gli aspetti politici del suo mandato e non a tutelare le sorti del Comparto Sicurezza”, conclude Traverso.

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