La polizia Usa studia il modello carabinieri: “Arrestano i boss, aiutano gli anziani, sono altamente efficaci e ampiamente rispettati”
La polizia americana a scuola dai carabinieri italiani. La proposta è della rivista Foreign Policy, che offre una soluzione alla invocata riforma delle forze dell’ordine degli Stati Uniti all’indomani dell’uccisione dell’afroamericano George Floyd seguita al suo violento arresto a Minneapolis. L’ultimo di una serie di casi che vedono agenti (bianchi) protagonisti di violenze nei confronti di cittadini neri, episodi che hanno attraversato più amministrazioni.
Per quanto siano altamente addestrati – Scrive Elizabeth Braw sulla rivista – è raro vedere un Carabiniere che brandisce un’arma. “Anche durante gli arresti di leader mafiosi, gli ufficiali usano raramente le loro armi”, ha detto Brig. Gen. Massimo Mennitti, capo delle relazioni esterne dei Carabinieri. “Abbiamo semplicemente chiarito loro che non hanno altra scelta che arrendersi.” Ma come comunicarlo a un mafioso estremamente pericoloso senza, diciamo, puntargli un’arma? “Come si dice in Sicilia,”Se agisci con rispetto, ricevi rispetto”, ha spiegato Mennitti. “È ovviamente facile da dire. È più difficile quando stai arrestando qualcuno. Ma il tuo primo istinto dovrebbe essere quello di mantenere la calma.”
L’approccio dei Carabinieri – prosegue la rivista – è un mondo lontano dalla polizia degli Stati Uniti.
I carabinieri sono incaricati sia della difesa del paese che delle indagini sui reati gravi, sono specializzati anche nella polizia di comunità. Durante la crisi del coronavirus, i Carabinieri hanno portato cibo agli anziani, ai senzatetto e ad altri che lottavano contro il virus. In alcune città, hanno persino collaborato con sacerdoti locali per acquistare cibo per le famiglie bisognose. E poiché gli anziani italiani bloccati non sono stati in grado di riscuotere le pensioni presso l’ufficio postale – come è consuetudine – i carabinieri locali hanno consegnato loro il denaro. Ci sono state mele marce: l’anno scorso due carabinieri sono stati giudicati colpevoli di omicidio colposo nel caso di Stefano Cucchi, morto nel 2009 dopo essere stato picchiato in custodia della polizia.
Ma nel complesso, i Carabinieri godono di un enorme rispetto nella società italiana. “Negli anni ’70 abbiamo avuto una combinazione di terrorismo e diffuse proteste studentesche”, ha ricordato Stefano Stefanini, ex ambasciatore italiano presso la NATO e consigliere dell’ex presidente Giorgio Napolitano. “È lì che i Carabinieri hanno imparato le loro abilità nel controllo della folla. La situazione era spesso violenta, ma i Carabinieri hanno risposto con estrema cautela.”
Quel periodo, spesso indicato come Anni di piombo, ebbe un costo umano sbalorditivo, con oltre 400 persone uccise. La maggior parte erano civili, ma persero la vita più di una dozzina di carabinieri. Ma se in quel momento avessero impiegato più tattiche di contrasto in stile americano – conclude la rivista – è probabile che molte altre vite sarebbero andate perse.