Esteri

La NATO alza lo scudo e lancia la “Sentinella dell’Est”: la nuova guerra ai droni russi

Un incidente che cambia gli equilibri

Venti droni russi abbattuti nello spazio aereo polacco. È bastato questo episodio, avvenuto mercoledì scorso, per spingere la NATO a una mossa decisa: il lancio della missione “Sentinella dell’Est”, il più ambizioso programma di difesa aerea mai concepito per l’Europa orientale.
Francia, Germania e Danimarca hanno già confermato la partecipazione, mentre altri Paesi – inclusa l’Italia – valutano se unirsi all’iniziativa.


Una risposta integrata alla nuova minaccia

La missione, come sottolineato dal segretario generale Mark Rutte, non prevede solo pattugliamenti con Rafale, Eurofighter Typhoon e F-16, ma punta a uno sforzo tecnologico senza precedenti nella lotta contro i droni. Gli UAV, già protagonisti della guerra in Ucraina, rappresentano ormai una sfida diretta anche ai confini NATO.


Le armi anti-drone: dal laser al cannone elettromagnetico

La lotta agli UAV non potrà più basarsi solo su radar e sistemi contraerei tradizionali. Al centro della nuova missione ci sono le più avanzate tecnologie C-UAS (Counter-Unmanned Aerial Systems).

Tra le armi in sviluppo e già in sperimentazione:

  • Microonde ad alta potenza (HPM): creano impulsi elettromagnetici che “spengono” i droni, neutralizzando interi sciami. Negli Stati Uniti esiste già il prototipo THOR.
  • Laser ad alta energia (HEL): silenziosi e invisibili, fondono i circuiti degli UAV con mira di precisione. Francia e Germania guidano i programmi congiunti.
  • Cannoni a fuoco rapido (Skyshield e Skynex): una “nuvola letale” a corto raggio, già adottata da Italia e Svizzera.
  • Unità mobili C-UAS: veicoli blindati equipaggiati con radar, jammer e armi a energia diretta, capaci di proteggere convogli e basi.

Integrati in una rete multilivello, questi sistemi possono drasticamente ridurre la vulnerabilità di città, infrastrutture critiche e truppe schierate.


Il cervello della difesa: i sistemi di comando e controllo

Ma non basta avere armi sofisticate: conta come vengono coordinate. I moderni sistemi C2 (Command and Control) sono il motore della missione.

Grazie a sensori ottici, acustici e radar, i C2 creano in tempo reale una mappa del cielo, classificano le minacce e assegnano l’intercettazione al sistema migliore:

  • Laser per obiettivi singoli,
  • Microonde per gli sciami,
  • Skynex contro UAV armati.

Tutto in pochi secondi e in modalità integrata tra più eserciti NATO, limitando i rischi di fuoco amico.


Una svolta strategica per l’Alleanza

Con “Sentinella dell’Est”, la NATO mostra di aver compreso la natura ibrida della minaccia russa: droni economici ma devastanti, capaci di colpire ricognizione, logistica e strutture strategiche.

Le armi elettromagnetiche e laser offrono un doppio vantaggio: abbattere droni a basso costo per colpo e intervenire in contesti urbani senza danni collaterali.

Non solo: Rutte ha annunciato che la missione sarà progressivamente estesa verso Artico e Mar Nero, spazi cruciali per l’architettura di sicurezza euro-atlantica.

 

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