Esteri

LA MOGLIE DEL SOLDATO E IL FLIRT VIA CHAT CON IL GENERALE (SILURATO)

Prima trasferito, poi sospeso, ora degradato e licenziato, cioè messo a riposo. La brillante carriera del generale Harrington si è bruscamente interrotta a 52 anni. «Il suo comportamento è stato dissoluto e immorale», ha concluso l’autorità militare degli Stati Uniti. «Ho sbagliato, spero che altri possano imparare ed evitare il mio errore», ha riconosciuto lui, ormai ex comandante di stanza a Vicenza dell’Us Army Africa, la base Usa dove vivono e lavorano circa 4 mila uomini dell’esercito a stelle e strisce. Non l’ultimo arrivato: si tratta del generale americano più alto in grado presente in Italia, al quale fanno capo i 37 comandi della Penisola. Cos’ha dunque fatto di così grave Joseph Harrington per subire una caduta tanto rovinosa? Tutto è legato alla chat di Facebook. Il comandante ha infatti iniziato a conversare via Messenger con chi non doveva: la moglie di un soldato suo sottoposto.

I messaggi

La cosa era nata come amicizia nel marzo dello scorso anno. Un paio di messaggi al giorno, poi cinque, poi dieci. Parlavano delle loro famiglie, di scuola, del tempo, anche di fede. Preso da noia lui ha cominciato a cambiare registro e i messaggi si sono fatti via via più audaci. «Hottie», dolcezza. «Hmmmm. Tempting!», mi tenti. «Do you come with me in Florida?», vieni con me in Florida? “No good nice kiss?… Only lips!!!”, niente baci, solo sulle labbra. “You can be my other wife”, puoi essere l’altra mia moglie. Un po’ giocava, un po’ osava, sempre sul filo dell’allusione, del detto non detto che per un militare nella sua posizione era come giocare con il fuoco. Le scriveva da Vicenza ma anche dal Marocco, dal Malawi e dai vari Paesi dove andava in missione. Inviava di giorno e di notte, senza però chiedere appuntamenti. E infatti non c’è mai stato un incontro, un contatto fisico. Solo parole. «Promettimi che le nostre conversazioni resteranno sempre fra di noi», le ricordava prudentemente di tanto in tanto. Un azzardo, considerato che lei non ha mai cancellato nulla.

L’intervento del Pentagono

Venuta a conoscenza della relazione, la Divisione investigativa del Pentagono ha voluto vederci chiaro. Il colonnello ispettore generale a Washington dell’esercito Usa ha così sentito sulla vicenda la giovane moglie italiana del soldato. Deposizione con tanto di giuramento e subito secretata per la delicatezza del caso. Oggi spunta il verbale di quell’interrogatorio. «Ho conosciuto Harrington su Facebook dopo che lui mi ha chiesto l’amicizia», ha dichiarato la donna. «Ho capito solo più avanti chi era, nella palestra della base, quando me l’ha detto il mio allenatore di boxe. All’inizio chattavamo come due amici chiacchieroni e annoiati… Con lui sono stata chiara: la relazione escludeva sesso o nudità di qualsiasi tipo».

La deposizione: «Mi lusingava»

Ha detto di essersi sentita lusingata delle attenzioni del generale: «Uomo affascinante, intelligente e curioso. Era una cosa psicologica… ma ho sbagliato a confidarmi troppo, lo facevo soprattutto quando bisticciavo con mio marito e mi sentivo un po’ sola». Dice che dopo tre mesi ha notato in Harrington qualcosa di strano: «Era diventato di colpo distaccato. Avevo saputo poi che aveva raccontato tutto alla moglie, mentre a me aveva chiesto di tacere con mio marito. Mi sono sentita scaricata e umiliata per essermi confidata con lui». E così, prima che la cosa esplodesse in famiglia, lei ha confessato la relazione al coniuge soldato. Il quale non l’ha presa molto bene, naturalmente. «Era arrabbiato con me e preoccupato per il suo lavoro. Pensava comunque che il comportamento del generale fosse stato scorretto».

«Quella donna è da bruciare»

Alla fine dell’interrogatorio lei ha deciso di mettere a disposizione dell’ispettore le chiavi di accesso al suo profilo Facebook, perché leggesse la chat. Gli investigatori dell’Us Army hanno contato 1.158 messaggi in quasi quattro mesi, dal 12 febbraio al 3 giugno. Nel frattempo alla base Usa è divampata in un sito online una campagna contro la moglie del soldato e a difesa del loro generale. «Se fosse successo 500 anni fa ti avremmo bruciato su un palo». «Quella donna è veleno». «Spero che un giorno il karma le si ritorcerà contro».

La denuncia per spionaggio

Contro di lei è scattata anche una denuncia per l’articolo 262 del Codice penale, che prevede fra l’altro lo spionaggio, da parte del Directorate of emergency services, l’organo che gestisce le emergenze delle basi Usa. «Counter internal threat», minaccia interna, hanno scritto. Il motivo? La donna, alla quale è ora impedito di entrare nella cittadella americana, avrebbe scattato foto all’interno della caserma e le avrebbe postate su Facebook. «Ma sono immagini di una strada dove ho rischiato un incidente, io chiedevo solo che mettessero un dosso rallentatore», si è difesa. La denuncia è del 12 febbraio. Il pm di Vicenza, Orietta Canova, ha già chiesto l’archiviazione dell’indagine «per lieve entità del fatto».

Il generale: «Ho sbagliato»

Quanto alla vicenda del flirt, gli ispettori del Pentagono sono stati inflessibili: il responsabile è il generale. Nessun crimine ma è inaccettabile per un alto ufficiale – scrivono nel rapporto finale – «lo scambio di messaggi civettuoli con il coniuge di un soldato arruolato». A Harrington non è rimasto che alzare le mani: «Anche se si trattava solo di amicizia, ho sbagliato a entrare in una conversazione privata con la moglie di un soldato». Si è scusato e ha tolto l’uniforme. (Corriere.it)

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