La Difesa chiede droni armati e lanciamissili ATACMS al costo di un miliardo
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha sottoposto al parere delle commissioni Difesa del Parlamento due importanti programmi di riamo per l’acquisto di droni armati di produzione italiana e di batterie lanciamissili ATACMS di produzione americana.
I DRONI
Il programma relativo all’acquisto di quattro droni armati di classe MALE Astore (prodotti da Leonardo) è strategicamente rilevante perché saranno i primi velivoli senza pilota armati per la Difesa italiana, dato che la versione armata dei Reaper americani non sarà operativa prima della fine dell’anno prossimo.
Da qui la richiesta di questa soluzione ponte che consentirebbe all’Aeronautica di non dover aspettare. Non è chiaro, però, quando gli Astore potranno entrare in servizio e quanto tempo dunque si risparmierebbe con questa acquisizione.
Non si sa, al momento, se il drone sarà armato con i missili a guida laser CIRT prodotti dalla turca Roketsan o con altro armamento. Di certo è che il costo del programma non copre la fornitura dei razzi, se non quelli a salve per esercitazione.
Il costo, pari a 76 milioni di euro, è solo indicativo poiché è a condizioni economiche dello scorso anno: è scontato che aumenterà, tanto che la Difesa ha già ipotizzato un apposito decreto integrativo per eccedenza di costo.
I MISSILI
Sulla scia di quanto fatto da altre nazioni europee (Polonia, Olanda, Estonia, Lituania, Romania, Lettonia e Svezia) anche l’Italia ha deciso di acquistare i lanciamissili a lunga gittata (150/300 Km) M142 HIMARS della Lockheed Martin a seguito del loro impiego sul fronte ucraino. Si tratta di 21 piattaforme per l’Esercito montate su camion che affiancheranno altrettante piattaforme analoghe già operative (M270 MLRS in fase di ammodernamento allo standard M270A2) montate su cingolati e quindi meno mobili.
La Difesa giustifica questa acquisizione per la primaria missione di “difesa dello Stato, del territorio nazionale e della popolazione” italiana, anche se nell’autorizzazione alla vendita del Pentagono di metà dicembre si legge che “l’Italia richiede queste capacità per garantire la difesa delle truppe dispiegate, la sicurezza regionale e l’interoperabilità con gli Stati Uniti” e che “questa proposta di vendita sosterrà la politica estera e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.
Il costo dei 21 lanciatori, dei missili tattici ATACMS, dell’addestramento e del supporto logistico, è di 960 milioni di euro (45,7 milioni a piattaforma), sensibilmente superiore al costo delle stesse piattaforme acquistate a fine 2023 dalla Lettonia (30 milioni di dollari, cioè 27,4 milioni di euro l’una) e quasi il triplo rispetto al costo preventivato dal Pentagono nella già citata autorizzazione alla vendita: 400 milioni di dollari, ovvero 365 milioni di euro (17,4 milioni a piattaforma).
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