Esteri

Khamenei definisce legittimi gli attacchi iraniani su Israele e invita le “nazioni musulmane” a colpire lo Stato ebraico

La guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha definito “legale e legittimo” l’attacco missilistico lanciato da Teheran contro Israele lo scorso primo ottobre, sottolineando che ha rappresentato la punizione minima per i “crimini” commessi dallo Stato ebraico.

Parlando con un fucile al suo fianco, Khamenei ha guidato per la prima volta in cinque anni la preghiera del venerdì dalla grande moschea Imam Khomeini di Grand Mosalla, nel centro di Teheran, nonostante le voci di un suo dislocamento in un luogo segreto dopo l’uccisione del leader del movimento armato sciita libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah, lo scorso 27 settembre.

L’ultima volta che Khamenei ha guidato le preghiere del venerdì è stato nel gennaio 2020, poco dopo che l’Iran aveva lanciato missili contro una base dell’esercito statunitense in Iraq come rappresaglia per l’uccisione del comandante della Forza Quds di Guardiani della rivoluzione iraniana, Qassem Soleimani, in raid condotto dagli Stati Uniti a Baghdad.

Parlando di fronte a migliaia di persone, Khamenei ha ricordato il leader di Hezbollah e ha affermato l’Iran non “indugerà né agirà frettolosamente nell’adempimento del proprio dovere” nel contrastare Israele.  Le nazioni musulmane hanno un “nemico comune” e devono “cingere una cintura di difesa” dall’ Afghanistan allo Yemen e dall’ Iran a Gaza e al Libano, ha affermato Khamenei.

Il primo ottobre, l’Iran ha lanciato circa 180 missili, di cui 110 balistici e 30 da crociera, in quello che è stato il secondo attacco missilistico contro Israele dopo quello del 13 aprile scorso, quando Teheran attaccò Israele con droni e missili da crociera in risposta all’assassinio del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran a fine luglio.

Rispetto a quello di aprile, l’attacco del primo ottobre ha rappresentato un salto di qualità da parte di Teheran. Secondo quanto riferisce in un post su Facebook l’analista Nima Baheli (qui una recente intervista rilasciata ad Euractiv Italia), riportando immagini satellitari, i missili iraniani sarebbero riusciti a provocare danni alla base aerea israeliana di Nevatim, nei pressi di Be’er Sheva, che ospita tre squadroni di caccia F-35. Infatti, i missili avrebbero distrutto diversi aerei dislocati sulla pista e colpito un edificio e un hangar.

Giovedì il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che la risposta di Israele al lancio di missili da parte dell’Iran potrebbe includere un attacco alle strutture petrolifere dell’Iran.

Venerdì Khamenei ha affermato anche che gli Stati Uniti e i suoi alleati stanno preservando la sicurezza di Israele per farne una porta di esportazione di energia dalla regione verso l’Occidente, ma che la resistenza nella regione non smetterà di contrastare lo Stato ebraico.

Secondo quanto affermato venerdì dal vicecomandante dei Guardiani della rivoluzione, Ali Fadavi, in caso di un attacco israeliano, l’Iran potrebbe prendere di mira gli impianti energetici e del gas israeliani secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa semi-ufficiale iraniana SNN.

Israele prosegue le operazioni in Libano e uccide un altro leader di Hezbollah

In attesa di preparare la sua risposta, Israele porta avanti l’operazione militare di terra in Libano e prosegue quella in corso ormai da un anno nella Striscia di Gaza.

Secondo le autorità libanesi, negli attacchi israeliani in Libano sono state uccise almeno 1.947 persone, circa 9.400 sono rimaste ferite e 1,2 milioni sono state sfollate. Nella Striscia di Gaza, il bilancio delle vittime dall’inizio dell’operazione israeliana all’indomani degli attacchi del 7 ottobre 2023 condotti da Hamas è salito a 41.689 morti e oltre 96.000 feriti, secondo i dati forniti dal ministero della Salute controllato dal movimento estremista palestinese.

Dopo l’attacco di giovedì al quartier generale dell’intelligence di Hezbollah a Beirut, venerdì l’esercito ha confermato l’eliminazione del capo della rete di comunicazioni di Hezbollah, Mohammad Rashid Sakafi.

Nominato capo della rete di comunicazioni di Hezbollah nel 2000, Sakafi è stato per lungo tempo membro dell’organizzazione terroristica ed era strettamente legato ad alti funzionari di Hezbollah, ha affermato l’esercito israeliano in una nota.

Inoltre, l’aviazione israeliana ha colpito giovedì un tunnel sotterraneo lungo 3,5 chilometri che dal confine libanese passa in Siria in una operazione volta ad impedire il contrabbando di armi nei territori libanesi.

Al momento invece non è chiara la sorta di quello che è stato indicato come il successore di Nasrallah, Hashem Safieddine, che sarebbe stato il vero obiettivo dei raid israeliani sulla zona sud di Beiruti.

Il ministro degli Esteri iraniano in visita in Libano

Nonostante i continui attacchi israeliani e i rischi conseguenti, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, si è recato in visita nella capitale libanese Beirut, dopo aver visitato in precedenza il Qatar, per incontrare i funzionari governativi, una settimana dopo l’assassinio del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah.

Araghchi ha incontrato il primo ministro ad interim del Libano, Najib Mikati, e gli ha espresso l’impegno dell’Iran nei confronti del Libano e “il suo sostegno di fronte all’aggressione israeliana”, ha affermato il ministero degli Esteri iraniano in una nota.

Il responsabile della diplomazia iraniana ha affermato che l’Iran “avvierà una campagna diplomatica per sostenere il Libano e richiederà una riunione dell’Organizzazione per la cooperazione islamica”.

Come rivelato dal portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmaeil Baghaei la delegazione di Teheran a Beirut è accompagnata da due membri del Parlamento e dal capo della Mezzaluna Rossa iraniana.

 

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