ITAMIL Esercito non incontrerà Crosetto: “Impari il Governo ad avere rispetto per le parti sociali. Non siamo “Pupi”
Il sindacato ITAMIL Esercito ha recentemente rilasciato un comunicato stampa esprimendo profonda delusione verso l’attuale governo italiano, accusandolo di essere “allergico” al mondo sindacale, in particolare quello militare. Questo disappunto emerge chiaramente dal tono del comunicato, dove si lamenta l’atteggiamento del governo, percepito come evasivo e poco incline al dialogo. Scrive il sindacato “Siamo delusi da un governo che sembra essere allergico al mondo sindacale, in particolare quello militare. Sembra infastidito dal confronto e spera negli “yes-men”.”
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In una mossa che il sindacato ha descritto come “mortificante”, il Ministro della Difesa, On. Guido Crosetto, ha autorizzato un incontro con i sindacati militari solo all’ultimo minuto, ordina un solo portavoce per sigla, limitando il tempo di intervento a soli due minuti per ogni rappresentante sindacale. Questo gesto è stato paragonato al film di Alberto Sordi “Il Marchese del Grillo”, per il suo apparente distacco e mancanza di serietà.
In risposta a questo trattamento, ITAMIL Esercito ha deciso di non partecipare all’incontro con il Ministro. Il sindacato ha iniziato a organizzare incontri tematici regionali per spiegare le proprie motivazioni e pianificare una serie di azioni sindacali legittime contro l’attuale governo. Queste azioni sono motivate dalla percezione di un governo insensibile alle problematiche del personale militare, che il sindacato rappresenta.
Il sindacato ha anche espresso preoccupazione per le recenti dichiarazioni di voto al Senato, che suggeriscono l’adozione di provvedimenti per il comparto difesa e sicurezza senza costi aggiuntivi. Questo, secondo ITAMIL Esercito, si tradurrebbe in una mancanza di adeguati finanziamenti per gli stipendi e le condizioni di lavoro dei militari. “Aumentare l’importo dell’ora di straordinario senza aumentare l’importo del capitolo di pertinenza – si legge nel comunicato – si traduce solo in meno ore pagate a fine anno. Questo ci conferma la giustezza delle nostre battaglie. Il Sindacato Itamil Esercito annuncia fin d’ora, se qualcuno non lo avesse ancora compreso, che porrà in essere ogni forma legittima di tutela dei diritti di ogni militare di essere rappresentato dai Sindacati Militari, come prevede la sentenza 120/2018 e la legge 46/2022. Difenderemo il valore degli stipendi. Il Governo, ad oggi, sembra non voler garantire i diritti dei militari e il potere d’acquisto degli stipendi. Sembra che non abbia intenzione di accelerare l’operatività dei sindacati per recuperare l’inflazione che ha eroso gli stipendi dei militari. È diritto dei militari avere un adeguato aumento degli stipendi del contratto 2022-24 non inferiore alle 270 euro medie. Il Governo ne ha stanziati meno di 160 mensili lordi. Un danno enorme permanente nelle tasche dei militari. Gli aumenti delle bollette, della spesa, dei trasporti, della scuola ecc. sono sotto gli occhi di tutti. L’abbattimento del costo della vita, dell’inflazione sugli stipendi sono stati più volte promessi in campagna elettorale. Questo è semplicemente inaccettabile. Il governo Meloni, che ha recentemente riconosciuto la riserva del 15% dei posti nei concorsi pubblici ai cittadini che svolgono il servizio civile, dovrebbe aumentare questa riserva almeno al 50% per i militari congedati senza demerito. Altrimenti, a breve, si assisterà a un calo verticale degli arruolamenti. Finora, questo governo non ha soddisfatto le richieste dei militari e si sono sentite solo chiacchiere. È vergognoso il silenzio di molte sigle sindacali. Non smetteremo mai di denunciare – conclude il sindacato – il mortificante modello di difesa del nostro paese, in cui l’esercito, composto da 97.000 soldati che garantiscono la sovranità democratica del paese, è numericamente inferiore alle forze di polizia, che contano oltre 300.000 tra Carabinieri, poliziotti e finanzieri.”
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