Marina militare

Italia, flotte in vendita: il Garibaldi verso l’Indonesia, la Bergamini corteggiata da Atene

Il Garibaldi pronto a salpare verso l’Indonesia

Le trattative sembrano giunte alle ultime battute: la portaeromobili Giuseppe Garibaldi (C 551), in ridotta tabella di disponibilità da quasi un anno, potrebbe presto issare bandiera indonesiana. Il prezzo si aggira intorno al mezzo miliardo di euro, un investimento che Jakarta considera parte del suo sforzo strategico per rafforzare la Marina.

Timeline e storia operativa

  • Varo: 1983, prima portaerei italiana del dopoguerra.
  • In servizio: 1985, nave ammiraglia della Marina fino all’arrivo della Cavour.
  • Impieghi principali: missioni nei Balcani negli anni ’90, operazioni NATO in Libia (2011), partecipazione a missioni ONU e UE.
  • Caratteristiche: 180 metri di lunghezza, 14.000 tonnellate a pieno carico, capace di imbarcare fino a 16 velivoli (inizialmente AV-8B Harrier).

Il Garibaldi è oggi superato come portaerei tradizionale, ma potrebbe vivere una seconda vita come drone carrier. L’Indonesia intende infatti impiegarlo per i velivoli senza pilota che produrrà in loco grazie all’accordo con la turca Baykar. Un’idea innovativa, che trasforma un’unità storica in pioniera di nuove dottrine navali.


La fregata Bergamini sotto osservazione greca

Nelle stesse ore, la fregata Carlo Bergamini (F 590) – classe FREMM – è approdata a Salamina, base navale ellenica, per un’ispezione approfondita da parte della Marina greca.

Timeline e caratteristiche

  • Varo: 2011, prima delle dieci FREMM italiane.
  • Entrata in servizio: 2013, ammiraglia della componente di nuova generazione.
  • Caratteristiche: 144 metri, 6.700 tonnellate, velocità oltre 27 nodi, sistemi radar avanzati, capacità antiaerea, antisommergibile e di proiezione in mare.
  • Ruolo: nave multiruolo, cuore del rinnovamento della Marina Militare.

Atene punta a firmare a breve un memorandum con Roma per acquisire almeno due FREMM entro il 2028. Una scelta cruciale: significa rafforzare il controllo sull’Egeo, area nevralgica, e bilanciare gli ingenti sforzi della Turchia, che con la sua TCG Anadolu e nuovi programmi navali mira a dominare il Mediterraneo orientale.


Il cambio di passo italiano

La doppia operazione su Garibaldi e Bergamini conferma un cambio di approccio: non più spremere le unità fino alla rottamazione, ma collocarle sul mercato prima che diventino obsolete.
In questo modo, Roma ottiene capitali da reinvestire nell’ammodernamento e nell’ampliamento della flotta: nuove FREMM, unità PPA (Pattugliatori Polivalenti d’Altura), e soprattutto il programma DDX, i futuri cacciatorpediniere di prossima generazione.


Un Mediterraneo in fermento

Il tessuto delle alleanze navali si ridisegna: Jakarta guarda all’Italia per la sua prima “drone carrier”, Atene per fregate di nuova generazione. Roma, dal canto suo, sceglie la via di una politica di cessioni calibrate, che le permette di restare protagonista e di finanziare la propria modernizzazione.

In un Mediterraneo e in un Indo-Pacifico sempre più connessi e competitivi, ogni nave venduta può diventare un capitale strategico per il futuro.
E l’Italia sembra pronta a giocare questa partita non da comprimaria, ma da attore che vende, reinveste e rilancia.

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